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Debora Caprioglio conquista Battipaglia con “Callas d’incanto”

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Debora Caprioglio conquista Battipaglia con “Callas d’incanto”
Battipaglia

Grande successo di pubblico al teatro Giuffrè di Battipaglia per la prima di “Callas d’incanto” con Debora Caprioglio nei panni di Bruna, governante della Divina

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Un’ altra serata ricca di emozioni per il pubblico del teatroAldo Giuffrè di Battipaglia. Questa volta, a conquistare la platea del nuovo tempio dell’arte dedicato all’attore e drammaturgo di origini napoletane, ci ha pensato Debora Caprioglio, protagonista assoluta dello spettacolo “Callas d’incanto”.

Il pubblico accorso presso il teatro sociale sito in Via Guicciardini ha assistito con grande trasporto al monologo messo in scena dalla Caprioglio tributandole, al termine della rappresentazione, una più che meritata standing ovation.

Callas d’incanto : la storia

Battipaglia

L’opera, scritta e diretta da Roberto D’Alessandro, racconta la storia di Bruna, fedele governante di Maria Callas, al suo servizio dal 1953 al 1977.

Costei è stata praticamente l’ombra della Callas e, come una Vestale, ne custodisce la memoria, i ricordi, l’idea di una donna che ha rappresentato tutta la sua esistenza, per la quale la sua vita ha avuto ed ha ancora una ragione che va al di là del semplice esistere.

Nessuno come Bruna conosce i segreti più intimi della Divina e, soprattutto, nessuno come Bruna è stato in grado di apprezzare la grandezza di costei come donna oltreché come artista.

Il flusso narrativo della protagonista è praticamente inarrestabile; la nostra racconta quanto per la Callas fosse importante servire la musica sacrificando ad essa l’intera esistenza. 

Bruna è la memoria storica di una vita – quella della Callas – che appare più come un romanzo. 

Si passa dall’interpretazione di Medea, nell’opera lirica in tre atti di Luigi Cherubini, alle prime apparizioni al Teatro alla Scala di Milano.

I resoconti di una carriera sul punto di decollare e di una personalità pronta a diventare mito si alternano, nel racconto della governante, ad una serie di passaggi che non possono non avere a che fare con la storia di una donna che, di lì a poco, oltre al successo, avrebbe conosciuto l’amore incondizionato, quello capace di stravolgere persino l’ascesa di una leggenda inarrestabile.

E allora, arriva puntuale il momento dell’incontro con Aristotele Onassis su quel Christina che, oltre ad essere galeotto, sarebbe stato la tomba della Divina (testuali parole di Giovanni Battista Meneghini, marito del soprano che, in tempi brevi, avrebbe dovuto giocoforza accettare la relazione tra sua moglie e l’armatore greco).

Bruna rivive con particolare enfasi quel significativo momento della vita di Maria Callas, perché quell’istante fu effettivamente atto a scatenare un moto rivoluzionario nella vita della sua signora e, dunque, di riflesso, nella sua.

I primi tempi sono meravigliosi per la nuova coppia ma, pian piano, l’incantesimo si spezza: Aristotele è un uomo troppo materiale per Maria e la sua personalità finisce con lo schiacciare quella di una donna follemente innamorata e, proprio per questo, capace di annullarsi sempre e comunque pur di continuare a vivere quel sentimento che in realtà è un sogno ad occhi aperti.

Di mezzo, precisamente nel 1960, c’è l’ indimenticabile performance al teatro di Epidauro, dove canta la “Norma” dinnanzi a ventimila persone estasiate e, nonostante un già appurato problema alle corde vocali, si guadagna gli applausi più scroscianti di un’intera carriera.

E’ il segno della forza incrollabile di un mito, ma soprattutto della dignità di una donna. Onassis è lì in prima fila, è stato lui a volere quello spettacolo e, per amore e solo per amore, la Callas risponde presente.

E’ un gesto di estremo sacrificio, nonostante il periodo burrascoso tra i due che vede l’armatore greco sempre più distante da casa.

La Divina è sola, o meglio, a farle compagnia c’è Bruna che finisce con lo smettere di essere governante per diventare sempre più ancora di salvezza, confidente, amica.

La storia d’amore con Onassis finisce – di fatto – nel 1968 quando quest’ultimo perde la testa per Jackie Kennedy, vedova dell’ex presidente americano.

Quando i due si sposano, Maria e Bruna sono dinnanzi alla televisione a piangere lacrime amare.

Passa poco e la notizia del tentato suicidio del soprano fa il giro del mondo. Onassis prova a riavvicinarsi a Maria, poi si ammala ed è proprio lui a passare a miglior vita.

Per la Callas è un colpo al cuore (“Vedi, Bruna, di colpo mi ritrovo vedova senza mai essere stata sposata”), ormai è stanca, non ne può più della vita terrena.

Appena prima di morire, confessa a Bruna di fidarsi unicamente di lei ed alza la mano come per salutarla.

Bruna la ricorda così serena e bella in quegli ultimi, fugaci attimi di vita. In quel momento, anche la sua vita si è spezzata. Una vita – quella di Bruna – che ha avuto senso solo grazie a Maria. E la governante-amica non può fare a meno di continuare ad aspettare in eterno quella “magnifica presenza”, rivivendo ciclicamente la storia di un mito intramontabile.

Perchè, forse, la Divina non è mai davvero morta, ma si è solo allontanata per un po’.

Le parole di Debora Caprioglio

Queste le dichiarazioni di Debora Caprioglio raccolte poco prima dell’inizio dello spettacolo presso il teatro Giuffrè di Battipaglia:

“Bruna è la governante che ha seguito da sempre Maria Callas. Ha vissuto con lei il periodo d’oro della sua straordinaria grandezza, ma anche i dolori di un grande amore, quello con Onassis. La sua vita somiglia molto ad una tragedia greca; gli dei le hanno dato tutto, ma allo stesso tempo le hanno anche tolto tante cose. Bruna, dal canto suo, ha deciso di sacrificare volontariamente tutta la sua vita per Maria Callas. Lo ha fatto con piacere e con devozione e la sua vita ha senso anche e soprattutto per questo. Quando parla della Divina, il cuore di Bruna è in fermento, il soprano è sempre lì al suo fianco ed è come se la rivivesse attraverso la sua pelle”.

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