Si è svolto ieri l’incontro della CGIL Salerno sulla legalità e il caporalato. La città ospita il Camper della Legalità, in tour per tutta l’Italia
[ads1]
Caporalato, mafia e illegalità sono state le tematiche dell’incontro di ieri, martedì 4 febbraio, che la CGIL ha indetto presso il Salone Bottiglieri della Provincia. A presenziare, Franco Tavella, Segretario Generale CGIL Campania; Maria Di Serio, Segretario Generale CGIL Salerno; Giovanni Mininni, Segretario Flai Nazionale; l’ingegner Ferraro, in vece del Presidente di Confindustria; Anna Garofalo, Coordinatrice Libera Provinciale; Vera Lamonica, Segretario CGIL nazionale.
Salerno, territorio sensibile al problema del caporalato, è una tappa del Camper della Legalità, che sta facendo il giro d’Italia.
La conferenza ha avuto inizio con un filmato d’immagini degli immigrati, vessati dal caporalato e costretti a condizioni di lavoro impossibili che sono state raccolte alle cinque del mattino.
A seguire, una spiegazione del fenomeno del caporalato, per meglio chiarire come danneggi non soltanto i lavoratori (stranieri, ma pur sempre lavoratori), ma indirettamente l’economia salernitana e quella nazionale, in tempi di crisi. Il caporalato, viene considerata una piaga antica, che ha saputo reinventarsi in modo moderno. Esso, diffuso soprattutto nel settore dell’agricoltura, si avvale dello sfruttamento di braccianti immigrati, i quali senza lavoro, si vedono costretti a tornare in patria perché considerati clandestini. Il caporalato quindi, è un “Potere che arriva prima dello Stato”, a detta di Tavella.
[ads1]
Sono stati analizzati diversi modus operandi dell’illegalità, la cui mano lunga appartiene a mafia, legislazione degli appalti, evasione, corruzione e criminalità. In particolare, si batte sulla mancanza della trasparenza delle gare d’appalto, in quanto le opere di subappalto sono tutte nelle mani dei principali clan mafiosi. La CGIL quindi, si propone di eliminare il caporalato attraverso l’estirpazione della matrice mafiosa, che si dirama anche in ambiti come sanità, ambiente e rifiuti. A tal proposito Anna Garofalo, la cui associazione Libera si occupa della confisca dei beni della mafia, ha analizzato il Rapporto Flai CGIL, denunciando la disinformazione sul fenomeno del caporalato, sul fatto che gli immigrati, che reggono l’economia nazionale, sono costretti a lavorare a nero, sottoposti a forme di violenza psicofisica e vero e proprio schiavismo. La mafia, e di conseguenza il caporalato, ha occasione di penetrare nel tessuto sociale anche attraverso una legislazione che non provvede adeguatamente alla povertà, che lucra e specula sulla disperazione della gente.
L’obiettivo che si spera di raggiungere, è quello di sconfiggere il caporalato, di ridare dignità al lavoro, di reimpiegare gli sfruttati in altre aziende, di utilizzare a scopo socialmente utile i beni confiscati alla mafia e di trasformare così il suo intervento capillare. La legalità infatti, secondo l’ingegner Ferraro, che vede nel caporalato una sorta di concorrenza sleale, “Non consiste unicamente nel rispetto della Legge, ma nel dare un codice etico di comportamento”.
[ads2]