Villa romana di Sava, Arcangelo Michele
LA VILLA ROMANA DI SAVA,
UN CAPOLAVORO NASCOSTO
A proposito della Villa Romana di Sava[1], qualche piccolo cenno, per introdurre a questo capolavoro.
La villa risale al I secolo d. C., fu adibita a camposanto monumentale, successivamente alla elevazione della Chiesa dedicata a Santa Agnese.
Casaranello, Chiesa di Santa Maria della Croce
Purtroppo alcuni affreschi non godono di un buono stato di conservazione, a causa dell’umidità e dalla poca attenzione.
Il Prof. Luigi Avino, in un saggio dedicato alla villa in questione, ci informa dell’influsso religioso ed artistico del monachesimo, ampiamente diffuso nell’Italia Meridionale, a provare l’argomento, la grotta di Olevano sul Tusciano[2]; chi scrive aggiunge un testo consultato all’interno del fondo librario Schiavo, il quale autore Mino Schiavo “Casarano e Wierich De Daun in una pergamena del 1717”, in particolare nel capitolo riguardante Casaranello e gli affreschi della chiesa di Santa Maria della Croce.
Urbano VI, Casaranello, Chiesa di Santa Maria della Croce
Ancora il Prof. Avino, ricorda motivi iconografici della Val D’Agri, come confronto, con le pitture della Cattedrale di Anglona e della Trinità di Venosa (Secolo XI).
In prima battuta, proviamo a leggere il Trittico con la Madonna in trono, l’Ascensione e la Trinità, trittico che porta la data del 23 gennaio 1424.
Sulla parte sinistra, è rappresentata la Trinità, secondo lo “Schema bizantineggiante delle proporzioni” (Prof. Luigi Avino[3])
Villa romana, Sava
Cattedrale di Zagreb (Croazia)
La Trinità e non solo, porta la firma di un GIOVANNI, interpretato dallo Scavizzi “Di Perole”, poi successivamente l’iscrizione venne interpretata come “F(i)esola”.
La figura dell’Arcangelo Michele occupa tutto lo spazio, alla destra del Santo è riportato il nome di un certo Clemente Ferrari, sulla cornice dell’affresco e la data del 1424.
Tomba degli Altavilla, Trinità di Venosa
L’immagine di San Leonardo datato 1424, con un abito bianco e nero, porta la catena con la mano destra ed il libro nell’altra.
Ai piedi di San Leonardo, la figura del committente.
La Madonna e San Giovanni Battista, nella zona superiore dell’affresco.
Kizil Cukur
È possibile confrontare l’affresco raffigurante San Leonardo di Limoges, con elementi iconografici presenti nella Cattedrale di Anglona (L. Avino) ed un confronto con Santa Caterina ed una Pietà nell’Abbazia della Trinità di Venosa.
Salerno, Santa Maria de Lama
La Madonna tra i Santi Pietro e Giovanni, occupa la parte centrale della composizione.
Ancora troviamo una Santa Caterina d’Alessandria, affresco datato 4 giugno 1446 ed una Madonna con Bambino databile 1450 ca., con il Bambino nell’atto di succhiare il Latte dal seno Materno
(vedi Una Madonna Lactans ad Aiello di Baronissi, di Stefano Esposito)
Chiesa di San Domenico ad Acquamela,
frammento d’affresco sulla facciata
Per i confronti che riguardano la matrice bizantina, attenzione è stata data agli affreschi di alcune centri della Cappadocia (Turchia):
- Saint George (Zindanonu)
- Eski Andaval
- Sivrihisar
- Kizil Cukur
- Hagios Stéphanos
(Purtroppo non è stato possibile fotografare all’interno degli edifici; le immagini inserite, fanno parte del saggio “Monuments de Cappadoce de l’Antiquité Romaine Au Moyen age Byzantin, Estratto dal volume: Le Aree omogenee della civiltà rupestre nell’ambito dell’Impero Bizantino: la Cappadocia,
Congedo Editore, Galatina 1981)
[1] Il nome Saba (Sava), è stato possibile rintracciarlo, in un atto di fitto di terre che porta la data 1011, conservato nel Corus Diplomaticus Cavensis
[2] G. Kalby, La cripta eremitica di Olevano sul Tusciano, in Napoli Nobilissima, I-II, Marzo-Aprile, Maggio-Agosto 1964
[3] L. Avino, Riferimenti iconografici Lucani, negli affreschi di Baronissi, estratto da Studi lucani e meridionali, Galatina 1978