
L’omicidio di Capaccio del 1 agosto ha un epilogo: l’autore è un diciassettenne che al momento, spaventato, è fuggito a bordo della sua moto, ma ha deciso di costituirsi
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Capaccio – Ha deciso di costituirsi il giovane diciassettenne che, la notte del 1 agosto scorso, ha travolto ed investito un anziano di 83 anni, Vincenzo Grippa, uccidendolo.
Il ragazzo di Eboli, che quella notte si trovava a Capaccio, ha raccontato di non aver visto l’uomo che attraversava la strada, e che per questo lo avrebbe travolto. Ma ciò che ha aggravato la sua condotta è stato il fatto di essere fuggito, in preda al panico. Ora infatti dovrà rispondere di omicidio colposo ed omissione di soccorso.

Accompagnato dai suoi genitori presso la stazione dei Carabinieri di Capaccio, il giovane ha confessato. Adesso il veicolo, il motorino col quale ha commesso il fatto, è stato sottoposto a sequestro e il ragazzo denunciato alla Procura per minori di Salerno.
Secondo il sistema di giustizia minorile varato nel 2014, e l’articolo 97 del Codice Penale, “il minore infraquattordicenne non può essere imputato“. Se invece il reato è commesso dai 14 ai 17, viene valutata la sua capacità di intendere e volere (art.98 c.p.)., così come nel caso del giovane di Capaccio.
Altro discorso invece peri maggiorenni, cioè gli adulti, i quali non sono più considerati imputabili, ma sussiste la presunzione (art.98 c.p.).
Data la particolare natura dell’età adolescenziale, che risente della sua evoluzione, il Tribunale dei Minori ha preposto una sezione che valuta le responsabilità penali dei minori di diciotto anni ed i provvedimenti in ambito sanzionatorio per i minorenni, che si avvalgono dell’azione di Centri di recupero.
Il tribunale dei Minori, oltre all’aspetto penale, si occupa anche di quello amministrativo e civile dei minori, come l’autorizzazione al matrimonio fra i 16 e i 18 anni (minori emancipati) concessa solo in casi eccezionali e solo previo accertamento della maturità fisica ed intellettiva del minore.
Il Codice Penale per i Minorenni deve poi adattarsi alla personalità in formazione dell’ individuo, alle sue esigenze, e soprattutto fare in modo che l’impatto con il processo ed altri provvedimenti di pena non ledano non solo il suo sviluppo, ma anche quella che sarà la sua credibilità sociale.
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