#CampaniaTour. Il Meetup dei Grilli sanniti presenta i candidati del M5S tra entusiasmo e scetticismo. Luigi Di Maio: “In Europa portiamo almeno 15 parlamentari”
È domenica 13 aprile. Il corso principale di Benevento, riscaldato da un timido sole pomeridiano, formicola di gente. Le lancette dell’orologio segnano le 17 quando un fastidioso sibilo rompe il brusio del chiacchiericcio. Prova, prova, ripete il tecnico del suono avvicinando la bocca al microfono. Ecco, ci siamo. Ai giardini Arcos, a pochi passi dalla Chiesa di Santa Sofia, tutto è pronto. Che lo spettacolo abbia inizio!
Uno dopo l’altro, i portavoce del Movimento 5 Stelle e i candidati alle prossime elezioni europee prendono la parola. Ospiti d’onore, all’incontro organizzato dal Meetup dei Grilli Sanniti, i parlamentari Roberto Fico e Luigi Di Maio. Un copione, quello drammatizzato nell’ambito del #CampaniaTour, che si ripete dall’11 aprile scorso e che andrà avanti fino al prossimo 23 maggio.
L’“Agorà” allestita dai pentastellati è frugale, scarna, popolare. Due gazebo, qualche bandiera sui cui sventola il nome di Beppe Grillo e un palchetto. Raccolta attorno agli oratori una piccola folla di circa cento persone, tra curiosi e sostenitori del Movimento. Uno scenario che stride fortemente con la parola più utilizzata in tutto il comizio e, soprattutto, con la potenza che in essa è racchiusa: rivoluzione.
“Il Movimento sta portando avanti, giorno dopo giorno, grazie al coinvolgimento di tutti, una vera e propria rivoluzione, costruita nelle piazze e attraverso la rete”, dicono i grillini che, in virtù dei risultati ottenuti alle politiche, ora puntano, apriscatole alla mano, a sventrare anche il Parlamento europeo.
Gli attivisti 5 Stelle, che in occasione delle elezioni europee hanno elaborato un programma articolato in sette punti, guardano con disprezzo all’Europa delle lobby, invocano la sovranità monetaria e propongono un referendum per la permanenza nell’euro. Esaurendo il dibattito politico e annientando la dicotomia destra-sinistra, gli uomini di Grillo hanno ormai un solo nemico: le banche. Tutti i politici della casta, siano essi di destra o di sinistra, dicono le stesse cose e sono d’accordo su tutto: dal fiscal compact alla spending review, dalla precarizzazione del lavoro alla svendita del patrimonio pubblico.
Una nuova guerra mondiale, quella delineata dagli attivisti pentastellati, determinata dal sopravvento dei poteri forti. Una mannaia che ha colpito la Grecia e che in tempi brevi si abbatterà anche sull’Italia. “In Europa stiamo assistendo alla nascita di movimenti e partiti impregnati di antieuropeismo e anticapitalismo – gridano corali i neofiti parlamentari grillini –. Noi dobbiamo pensare alla nostra gente, alla nostra economia, come hanno fatto i francesi”. Solo due giorni prima il loro leader, Beppe Grillo, dal palco del Palafabris di Padova aveva invocato il diritto alla secessione, strillando di stare dalla parte degli indipendentisti veneti.
Dominati da una visione complottistica e paranoica, i grillini offrono risposte semplici al malcontento dilagante, soluzioni facili condite di amore e democrazia. Sentimenti in apparenza nobili che, in realtà, traggono alimento dalla rabbia e dal risentimento popolare. “Chi non è con noi, allora è contro di noi”, dice in soldoni il popolo di Grillo e Casaleggio, entrambi portatori di una verità unica e assoluta, in nome della quale hanno condotto, e continuano a farlo, processi “sommari” sia politici che virtuali, spesso terminati con vere e proprie epurazioni di massa.
Ma lo show non si arresta. Va avanti così per un paio d’ore. “Nella terra di Mastella, il signorotto che per anni ha detenuto lo scettro del potere, dominando la città grazie a un sistema clientelare malavitoso”, per riprendere le parole del parlamentare Roberto Fico, il Movimento 5 Stelle tenta di strappare ancora qualche consenso.
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Dopo aver menzionato l’interrogazione parlamentare presentata dal Movimento per ottenere lo scioglimento del consiglio comunale di Benevento in seguito a fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso, Fico continua: “Abbiamo rinunciato ai 42 milioni di rimborsi elettorali e alle auto blu, abbiamo dimezzato il nostro stipendio, senza mai tradire la vostra fiducia”, afferma il Presidente Commissione Vigilanza Rai che, incalzato da Luigi Di Maio, delinea il progetto di “una comunità europea fatta di idee, intelligenze e partecipazione”.
È la campagna elettorale, bellezza!