Il mercato del gioco legale in Italia vale circa 96 miliardi di euro. E’ questa la cifra complessiva spesa dagli italiani nel 2016 secondo i dati ufficiali forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
Un fiume di denaro che ogni anno viene bruciato in gratta e vinci, slot machine, scommesse sportive, lotto e lotterie varie nella speranza di azzeccare qualche vincita che possa quantomeno far recuperare il denaro speso e con il sogno di premi milionari che cambino la vita per sempre.
Uno dei presupposti della legalizzazione del gioco d’azzardo in Italia era stato quello di sottrarre alle mafie e al malaffare una delle sue attività più fiorenti: quella della gestione del gioco d’azzardo illegale. Purtroppo, come le cronache di ogni giorno ci raccontano, questo obiettivo è molto lontano dall’essere stato raggiunto. Il recente studio “Gioco sporco, sporco gioco. L’azzardo secondo le mafie”, curato da Filippo Torrigiani, consulente della Commissione Nazionale Antimafia, dimostra come le mafie siano riuscite ad inserirsi nel mercato legale del gioco sia per riciclare con facilità denaro sporco sia nella gestione diretta di sale giochi e slot machine.
Il giro d’affari delle mafie implicate nel comparto del gioco è difficilmente quantificabile ma appare evidente, anche dalle operazioni di polizia e Guardia di Finanza e dalle indagini della magistratura come i clan abbiano investito e stiano investendo enormi quantità di denaro per introdursi all’interno del mercato legale e continuare a fare profitti. La Guardia di Finanza nel 2015 su più di 5 mila interventi di controllo effettuati all’interno di sale giochi ha riscontrato irregolarità nel 30% dei casi. Tra i vari illeciti riscontrati si va dalla manomissione degli apparecchi di gioco, all’installazione di congegni che permettono di giocare su siti esteri non in regola con la normativa italiana, agli innumerevoli illeciti fiscali.
Circostanza confermata dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) presentata al Parlamento dal Ministero dell’Interno sulle attività relative al 2016 nella quale si parla di una commistione di interessi da parte della criminalità campana, della ‘ndrangheta e della mafia siciliana nel mercato del gioco legale. Sempre secondo la Dia, in Campania il clan dei Casalesi ha tra gli ambiti criminali di maggior importanza il riciclaggio, l’usura, le estorsioni, la gestione delle puntate e delle scommesse d’azzardo.
Decisamente diversa appare la situazione del gioco online che, nel 2016, ha fatto registrare un vero e proprio boom sia in termini di spesa che di giocatori coinvolti. Secondo gli analisti del settore tale espansione sarebbe una diretta conseguenza delle politiche di contrasto al gioco irregolare che hanno portato all’inibizione di circa 6.000 siti web spingendo i fornitori di software di gioco a rivolgersi ad operatori in regola con le stringenti norme italiane.
L’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato – AAMS ha la funzione di controllare e certificare la regolarità di tutte le piattaforme di gioco online che, per ottenere la licenza, devono sottostare ad una serie di norme stringenti volte principalmente a proteggere il giocatore e a garantire la regolarità dello svolgimento dei giochi all’interno delle piattaforme stesse. Si tratta di norme che tutelano il giocatore in tutte le fasi di accesso ai giochi: dall’apertura del conto al rispetto della privacy, passando per il controllo dei software e la corretta attribuzione delle percentuali di vincita che devono essere garantite rispetto alla totalità delle somme giocate.