I dati estrapolati dall’Ance Salerno sulla situazione abitativa in Campania, fanno emergere un quadro in cui sono tante le abitazioni di proprietà, ma è alto anche il numero di case edificate più di 40 anni fa, su cui occorre intervenire
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In Campania, tra il 2001 ed il 2011 il numero totale delle abitazioni è cresciuto di 251.049, ossia dell’11,4%. Il dato è stato estrapolato dal Centro Studi Ance Salerno, che lo ha ricavato dal recentissimo report di Ance Nazionale dal titolo “Lo stock abitativo in Italia”, che ha come scopo l’analisi del 15° censimento fatto dall’Istat su popolazione ed abitazioni.
Da quanto emerge dal rapporto, in Campania sono tante le case ad essere particolarmente “vecchie”: il 53,7% delle abitazioni ha più di 40 anni ed un ulteriore 31% risale al periodo compreso tra il 1971 e il 1990. Soltanto il 7,4% risale al periodo 1991-2000, mentre il restante 7,9% è stato edificato tra il 2001 ed il 2011.
Sulla base di questi dati, il Centro Studi Ance Salerno ritiene particolarmente urgente intervenire attraverso ristrutturazioni ed efficientamento energetico in un’abitazione su due.
La percentuale della piena titolarità di un’abitazione in Campania in dieci anni è rimasta intatta, mantenendosi sul 61,9%, mentre è in lieve calo il numero delle famiglie in affitto, dal 27,5% al 24,4%. Inoltre, vi è stato un netto abbattimento del tasso di titolarità riferito a modalità quali “titolo gratuito” e “prestazioni di servizio” che dal 105% sprofonda al 13,6%.
L’Ance rileva anche che nel periodo 2001-2011 sono aumentate del 13,4% le abitazioni di proprietà di persone fisiche e del 20,1% di proprietà di imprese e società. Le proprietà degli enti pubblici si sono invece ridotte del 12,8%. Sempre in questo periodo, vi è stata una forte crescita di alloggi come roulotte, camper, rimesse, garage, soffitte, cantine, che risultano occupati da persone residenti: erano 23.336 nel 2001 e sono diventati 53.917 nel 2011.
Antonio Lombardi, presidente ANCE Salerno ha dichiarato: “I dati evidenziati dal Centro Studi Ance confermano una situazione di sostanziale immobilità nell’indispensabile percorso di adeguamento qualitativo del patrimonio abitativo privato e pubblico soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia. La maggior parte delle case ha un’età superiore ai 40 anni e un’ulteriore significativa quota risulta edificata tra il 1971 ed il 1990. In questo contesto si spreca, quindi, un’ulteriore occasione di rilancio delle filiera delle costruzioni strettamente legata alla politica del riuso e della rigenerazione urbana“.
“Preoccupa -ha aggiunto- il trend in ascesa dei residenti in tipologie di alloggio solitamente destinate a presenze transitorie. Il disagio sociale e l’emergenza economica hanno costretto soprattutto al Sud numerose famiglie a vivere in condizioni di fortuna“.
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