In Campania netto aumento del numero (+97,8%) e degli importi (3,4 mld, +106,3%): ma l’inversione di rotta arriva dopo un decennio di continue flessioni. Il presidente di ANCE Salerno Lombardi: «Segnale importante, ma ancora non si percepisce sui territori l’immissione di nuova liquidità per le imprese»
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I bandi di gara per lavori pubblici in Campania nel 2014 sono stati 2.637 con un incremento in termini percentuali del 97,8% rispetto allo stesso periodo del 2013. Gli importi si sono attestati a 3,4 miliardi con una crescita del 106,3%. La tendenza positiva è proseguita anche nel periodo gennaio-maggio 2015, con un aumento del 9,5% in termini numerici e del 61,3% dal punto di vista dell’importo, che è stato calcolato in 1,4 miliardi di euro.
I dati son stati elaborati dal Centro Studi di ANCE Salerno sulla base della rilevazione ANCE-Infoplus dello scorso mese di luglio. La crescita dei bandi si è rivelata particolarmente intensa nelle regioni del Sud, facendo registrare un +36,9% in valore e un +43,4% sotto il profilo numerico. Si tratta di un trend che proietta le regioni meridionali in campo positivo molto più rispetto all’area del Centro (+15,2% importi, -0,1% numeri). Dinamica diversa, invece, al Nord dove è emersa una riduzione negli importi banditi (-8,1% rispetto al 2013) e un aumento da punto di vista numerico (+21.4%). Il consistente incremento è dovuto anche ai bandi delle singole Regioni che nei primi cinque mesi del 2015 sono cresciuti del 39,2% in numero rispetto al pari periodo del 2014, facendo balzare gli importi banditi da 113 a 665 milioni rispetto al pari periodo precedente.
Nel caso della Campania la crescita dei bandi riconducibili alla Regione è dovuta ai 5 bandi pubblicati dalla Società regionale per la Sanità (Soresa Spa) per quasi mezzo miliardo di euro relativi a servizi integrati, gestionali e operativi di manutenzione (multiservizio tecnologico) da eseguirsi presso gli immobili di proprietà o in uso alle ASL ed alle Aziende Ospedaliere. Ma se si escludono queste gare il dato permane ancora in campo positivo (+5,8% in valore) anche se con una valenza più contenuta.
- Lo scenario generale
Il fenomeno dell’aumento dei bandi di gare per lavori pubblici è riconducibile – sottolinea l’analisi ANCE-Infoplus – a diversi fattori: la misura contenuta nella Legge di Stabilità 2014 di allentamento del Patto di Stabilità Interno a favore degli investimenti degli Enti locali per un miliardo di euro; la necessità di accelerare la spesa dei fondi strutturali europei; l’attuazione di misure governative adottate a partire dalla seconda metà del 2013 a favore di Ferrovie dello Stato e Anas.
- Gli Enti appaltanti
Nel 2014 l’aumento dei bandi, in ambito nazionale, è riconducibile ai Comuni (+27,6% in numero e +33,1% in valore rispetto al 2013); all’Anas (+30,1% e +184,3% ); alle Ferrovie dello Stato (+37,6% e +158,1%). Da segnalare che le Ferrovie dello Stato negli ultimi due mesi del 2014 hanno pubblicato bandi per circa 2 miliardi di euro in esecuzione di un Accordo di Programma con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (D.L. “Sblocca Italia”) convertito nel novembre del 2014. Va aggiunto che anche il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica ha fatto registrare un consistente aumento dei bandi pubblicati. Nel 2014 sono stati messi a bando 807 interventi per circa 240 milioni di euro (fondi strutturali europei attivati soprattutto in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia).
Nei primi cinque mesi del 2015 la tendenza positiva (+17% in numero e +235,4% dell’importo) prosegue per i bandi delle Amministrazioni dello Stato che in questo caso risentono positivamente dell’attività dell’Agenzia del Demanio (manutenzione ordinaria e straordinaria di immobili di proprietà statale per un valore complessivo di 800 milioni di euro). Sempre nei primi cinque mesi del 2015 le Ferrovie dello Stato registrano aumenti nell’importo posto in gara (+12,5%) pur riducendosi il numero delle gare (-31,5%). Il segno negativo coinvolge i Comuni, l’Anas e le Province.
- Il mercato dei lavori pubblici (2003-2013)
Le dinamiche descritte devono, comunque, essere inserite in un contesto di medio-lungo periodo estremamente negativo. Tra il 2003 ed il 2013 – spiegano sempre ANCE-Infoplus – l’importo che è stato complessivamente posto in gara si è ridotto del 55,3%, passando da poco meno di 43 miliardi nel 2003 a 20,2 miliardi di 10 anni dopo. Si tratta di una dinamica progressiva, che ha ridotto il valore in maniera costante tranne che nel biennio 2008-2009 a causa, principalmente, della pubblicazione di alcune gare estremamente rilevanti. Nel periodo considerato la flessione ha coinvolto tutti i range di lavoro, compresi tra il -35,7% dei bandi di importo tra 50 e 100 milioni di euro e il 73,1% delle gare di importo superiore ai 100 milioni di euro.
Sulla base di queste evidenze statistiche è possibile affermare che si è prodotto un vero e proprio cambiamento della struttura del mercato. Basti pensare che nella prima metà degli anni 2000 i bandi superiori ai 100 milioni di euro rappresentavano un quarto del mercato. Negli anni successivi tale quota si è ridotta per poi configurarsi nel 2011 come circa un terzo degli importi messi a bando. Ma soprattutto, nel biennio 2012-2013, venendo meno i bandi superiori ai 500 milioni di euro, quelli con importo superiore ai 100 milioni di euro si sono ridotti al 13,6% (nel 2013). Parallelamente i bandi inferiori al milione di euro sono aumentati dal 23,4% del 2003 al 28,3% del 2013.
«Siamo di fronte – ha dichiarato il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi – ad un importante segnale positivo per la filiera delle costruzioni, anche se va ricordato che in un decennio (2003/2013) l’importo dei lavori posti in gara si è più che dimezzato passando da 43 a 20,2 miliardi. È evidente, quindi, che la ripresa dei bandi, soprattutto nelle regioni meridionali ed in Campania, è orientata nella giusta direzione».
«Naturalmente – ha continuato Lombardi – non si avvertono ancora le ricadute positive sul tessuto delle imprese edili anche perché, come confermano altre autorevoli ricerche, gli intervalli di tempo tra l’espletamento delle gare d’appalto e l’effettiva consegna dei cantieri sono del tutto sproporzionati rispetto alla media europea.
Proprio sul versante dell’accelerazione dei processi burocratico-amministrativi si gioca la vera partita per aumentare il livello di spesa erogata dei fondi UE. Il settore delle costruzioni – ha aggiunto il presidente dei costruttori salernitani – resta uno dei più colpiti dalla crisi che solo di recente ha iniziato a mostrare una lieve regressione. Come spesso sottolineato, il problema principale non è mai stato il reperimento delle risorse per attivare investimenti pubblici, ma l’effettiva capacità della Pubblica Amministrazione di espletare le procedure in un periodo di tempo accettabile. Proprio le esperienze maturate in passato dovrebbero porre tra le priorità l’urgenza di semplificare i meccanismi inerenti gli investimenti e, quindi, abbattere il periodo intercorrente tra l’emanazione del bando e l’inizio dei lavori».
«Occorre evidenziare – ha concluso Lombardi – che non ci potrà essere vera ripresa senza passare in tempi strettissimi alla realizzazione delle opere che pure sono state messe a bando con una positiva accelerazione».
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