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“Cambia… menti”: il puzzle di Vasco prende la forma di un nuovo singolo

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“Cambia… menti”: il puzzle di Vasco prende la forma di un nuovo singolo


“La nuova canzone è ironica e ricca di spunti di riflessione”, queste le parole che avevano annunciato l’uscita del nuovo singolo di Vasco Rossi, anticipata da una serie di curiosità e anteprime, piccoli pezzi di un puzzle che prendeva forma giorno dopo giorno sul profilo facebook del cantautore. Una clip girata in sala di registrazione prima, e due strofe del testo poi, erano stati i primi indizi disseminati in rete in modo “abusivo” per aumentare l’attesa dei fan, che oggi, 15 ottobre 2013, hanno potuto finalmente ascoltare la versione integrale del brano, dal titolo “Cambia… menti”.

“Ho cominciato a scrivere le prime strofe di questa canzone tre o quattro anni fa in piena fase di furore creativo che mi teneva sveglio notte e giorno. Lo svolgimento del testo è continuato nel tempo. I cambia…menti  sono sempre dovuti alla necessità” così il Blasco ha commentato il componimento che gli ha permesso di mantenere la sua promessa e di tornare sulla scena.

Difficile stabilire quanto di Vasco ci sia in questo pezzo dai tratti malinconici, ma chi ne ha seguito la biografia degli ultimi anni conosce le alterazioni forzate che ha subito la sua vita a causa della malattia che lo ha tenuto lontano dalla musica per due lunghi anni. E il brano affronta, attraverso la necessaria presenza delle trasformazioni, proprio il binomio scelta-destino che invade e pervade il nostro percorso nel mondo.

Già dall’incipit prende forma un elenco, o meglio, una gerarchia di cambiamenti, dal più al meno facile, in un susseguirsi di azioni, che spaziando dal quotidiano alle esperienze più intime, abbracciano universalmente ogni esistenza. Scegliere una nuova macchina, percorrere una nuova strada, sostituire un compagno, smussare le abitudini, mutare opinioni, partito, cambiare marca di sigarette, o addirittura smettere di fumare, sono cose realizzabili, che richiedono impegno e spirito di adattamento, ma non implicano una modifica radicale della nostra personalità.

Diventa tutto più complicato quando entrano in gioco le nostre idee, la nostra fede, le nostre emozioni più profonde. Falsare le “ragioni” che ci hanno portato ad essere ciò che siamo, seppur con il nostro strascico di errori e rimpianti, sarebbe innaturale, forzato, frutto di una trasformazione che andrebbe a intaccare la parte più autentica della nostra realtà. La vita non si rottama come un’auto, non si relega nel cantuccio delle tentazioni da fuggire, non si usura nel tentativo di obliarne i ricordi, non si arresta nell’attesa, nella noia, nel desiderio senza azione.

E’ nostro dovere metterci in discussione nella misura in cui questo mutamento ci permetta di estirpare le nostre umane debolezze senza annaspare nella paura, nell’ansia di una sconfitta, conservando un equilibrio che ci consenta di evitare il male senza necessariamente pretendere di essere i migliori. “Vivere bene o cercare di vivere” recita Vasco nell’ultima strofa. Il cambiamento, in quest’ottica, non rappresenta un fine, ma un umile mezzo per sopravvivere.

Torna in auge un concetto reiterato in diversi brani della carriera musicale del Kom: quello di una vita consapevole delle sue difficoltà, degli ostacoli che ogni situazione comporta, e della possibilità, nonostante tutto, di attuare quella “rivoluzione” che ci permetta di “cambiare-la-mente” senza negarla, senza perderla, senza tradirci mai completamente.