Purtroppo, da tempo ormai, nel paese di Calvanico non vi è più nemmeno una piccola parvenza di edicole, di qualsivoglia genere e tipo
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Fino a qualche anno, fa c’era ancora qualche negozio che, tra le varie cose, aveva tra i suoi scaffali qualche tipologia di carta stampata, sia quotidiani sia riviste, che trattavano di diversi argomenti.
Ora la situazione è mutata, decisamente, in peggio. Sembra quasi che si sia tornati all’epoca che precedeva l’anno 1711, quando, da un’idea di Addinson e Steel, nacque lo “Spectator”, il primo giornale modernamente inteso.
L’assenza di quotidiani, di per sé, è un fatto molto grave: il tutto si traduce in mancanza di cultura e d’informazione, a livello locale e nazionale; non si sa nulla sugli avvenimenti principali della vita sociale; viene a mancare quel meccanismo che trasmette alla popolazione la voglia di sapere e di aggiornarsi su quello che succede nel mondo. Tale mancanza è ancor più stupefacente se solo ci si ferma un attimo a pensare come, attualmente, si vive in un’epoca in cui l’informazione, veritiera o mendace che sia, circola ovunque e in dose massiccia, specie grazie ai mass media.
L’informazione non può essere relegata al rango di una semplice opzione, di un qualcosa che può esserci o anche non esserci: crediamo che sia una componente fondamentale della vita di ogni individuo, in particolar modo in un periodo come quello in cui ci troviamo ora, dove c’è bisogno di una circolazione di notizie e idee in modo più ampio possibile, per risvegliare le coscienze dei cittadini e per farli tornare ad interessarsi, attivamente, di ciò che accade nel mondo.
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