Salernitana, il 19 giugno di 95 anni fa nasceva la squadra granata. Una città intera celebra con amore il compleanno
Una sciarpa, un coro, un fumogeno, quel colore, il granata e l’ippocampo come simbolo. Passione che dura da 95 anni, che sa di provincia, dove si assapora il gusto vero e primordiale del tifo.
23 anni di C e ben 2 fallimenti in 6 anni. Negli ultimi 20 le pagine più belle della storia granata. La scalata e i 10 anni in cadetteria, inframezzati dal sogno, quella serie A raggiunta nel ‘47 con Viani in panchina e riassaporata nel 98-99 con Delio Rossi e i suoi ragazzi. Schiavone e Vestuti, Mattioli e Tedesco, e poi Soglia, Aliberti, Lombardi fino alla coppia Lotito-Mezzaroma. Ed ancora Rosati, Ansaloni, Perrone ed ora Mario Somma. Tanti, tantissimi i nomi che hanno legato la loro storia a quella della Salernitana, che hanno scritto anche solo una pagina del club granata.
Una storia calcistica che nel suo piccolo ha scritto pagine importanti, sia nel bene che nel male. Dal Vianema al primo morto negli stadi, dallo spareggio col Cosenza ad Agostino Di Bartolomei, da Salernitana-Venezia al treno di Piacenza, dall’anno dei record ai fallimenti. Il tifoso granata vive di ricordi: che sia gioia o dolore, l’importante è che trasmettano emozioni.
Spesso la storia della Salernitana si è tinta di tristezza. Il compleanno più amaro nel 2011, quando una squadra di uomini sfiorò l’impresa della serie B, in casa all’Arechi con oltre 30000 cuori granata e dopo poche settimane fallì, subendo l’onta della D fino ad allora mai disputata. Il più dolce e romantico forse, nel 2012, quando una città intera si tinse di granata per riappropriarsi, anche solo simbolicamente, di quei colori, della storia, dell’identità, che ci erano stati tolti, ingiustamente, a causa degli errori e delle magagne di pochi.
Chi l’avrebbe detto in quella terribile estate del 2011, quando spuntarono vessilli blaugrana e il Salerno Calcio. Ed è proprio da quel fondo, però, che è rinata e ripartita la Salernitana, l’orgoglio di una città. Due campionati vinti, il ritorno in terza serie, la conquista della Coppa Italia con l’Ippocampo sul petto e la consapevolezza di poter essere protagonisti ritornando almeno in serie B.
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Il tifoso granata ha sofferto, molto, ha pianto e si è esaltato, con poco. Ha visto Di Vaio, Gattuso, Di Bartolomei ma anche Ferrier, Arostegui ed Eli. Eppure, l’unico filo, l’unico legame, è quel granata e quel cavalluccio che campeggia fiero in petto. È un’identità, un’appartenenza, un amore viscerale.
La storia della Salernitana è della città e dei suoi tifosi che, con l’emozione di sempre, non aspettano altro che poter tifare e cantare tutti insieme appassionatamente quei cori che, alla prima parola, hanno sempre regalato pelle d’oca e lacrime di gioia. Oggi c’è posto per un solo, unico e grande Amore, pertanto mariti, mogli, fidanzate e fidanzati, capiranno!!! Oggi è il Suo compleanno, oggi è ancor più bello essere Salernitani, oggi un solo grido impererà: AUGURI AMATA SALERNITANA!