La canonica di Bracigliano presa di mira da ignoti imbrattatori. Il loro slogan: “Più prati meno preti”
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La cronaca mediatica che si è abbattuta sul Vaticano, il Cardinal Bertone e i suoi eccessi ha avuto i suoi effetti anche a Bracigliano.
Il piccolo paese in provincia di Salerno è stato preso di mira da ignoti imbrattatori i quali hanno lasciato la loro firma sulle pareti esterne della canonica locale.
La non singolare scritta, “Più prati meno preti”, apparsa anche sui muri del paese, è diventata il tormentone del momento e sta incuriosendo i cittadini i quali si dividono tra chi fa del gesto una burla irrisoria e chi, invece, condanna il gesto in quanto chiaro disturbo di un livello di civiltà non proprio lodevole.
La cronaca nazionale ha sicuramente influenzato lo spirito di questi ignoti che non trovano nei precetti cattolici i loro ideali e hanno voluto esprimerli in un modo non del tutto accettabile.
Gravare sull’immagine di un istituzione, anche se in modo simpatico, resta comunque un gesto da condannare.
Il parroco del paese, don Emmanuel Vivo, non ha voluto esprimere giudizi su un gesto che non trova riscontro nella realtà dal momento che la situazione cittadina, proprio dal punto di vista ecclesiale sta attraversando parecchie difficoltà in quanto diverse parrocchie non sono coperte dal Parroco.
La retorica non sostituisce di certo il buon senso e affinché restiamo ancorati all’ombra delle convenzioni sociali non potremmo mai stabilire se quella scritta lungo il muro sia il gesto di un balordo o il richiamo alla libertà di pensiero e di parola che troppe volte è imbavagliata dietro le sopraccitate convenzioni sociali.
Il fatto comunque resta così come la scritta sul muro parrocchiale che essendo locato in pieno centro cittadino trasmette una sensazione di disagio e malumore interno proprio nei confronti di un’istituzione, quella parrocchiale, che a Bracigliano non s’è mai fatta sentire come, tale ma che ha sempre aperto le porte alla solidarietà e all’integrazione.
“Più prati meno preti” merita il censo delle cronache, ma solo se vuole essere espressione di una libertà perduta.
Agli atti, invece, sembra essere una manifestazione di falsa parvenza alla quale siamo assecondati e sotto falso profilo proviamo accondiscendenza.
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