“Ci toccherà interpretare dei ruoli cattivissimi è ovvio a tutti che non possiamo essere dei modelli”
Per una volta – forse la prima – “I Soliti Idioti”, al secolo Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, si sono sentiti così per davvero. A spiazzarli, indiscutibilmente, sono state le domande che, a raffica, sono state rivolte loro dai giurati della sezione “Generator +13” che oggi pomeriggio hanno incontrato dal vivo i due attori che hanno prestato la loro voce a Terry e Terri, le due teste che compongono il mostro Perry, tra i principali protagonisti di “Monsters University” la pellicola firmata Disney Pixar, prequel di “Monsters & CO”, in anteprima oggi al Giffoni Experience, e nelle sale italiane dal prossimo 21 agosto.
Il duo comico, che dopo aver cementato il loro successo sugli schermi di Mtv, hanno conquistato il grande pubblico con le due pellicole “I Soliti Idioti” e “I Soliti Idioti 2”, sono stati letteralmente subissati dalle curiosità del giovane pubblico dei giurati che ha atteso l’incontro nella Sala Truffaut. Dagli esordi ai progetti futuri, Biggio e Mandelli non si sono sottratti al fuoco di fila delle domande, in un incontro davvero intenso. “Ora – hanno detto riferendosi alla pellicola della Disney – ci toccherà interpretare dei ruoli cattivissimi per compensare l’assoluta bontà di questi personaggi. Quello che facciamo – hanno aggiunto – è così sbagliato e scorretto che è ovvio a tutti che non possiamo essere dei modelli. Noi siamo “anti modelli. I ragazzi, che non sono assolutamente stupidi, sanno che non devono fare quello che facciamo noi”.
Nel corso dell’incontro con la stampa, Biggio e Mandelli hanno anche risposto a chi ha criticato, in passato, il loro lavoro. “Lo sappiamo – hanno replicato – che nel pubblico suscitiamo o un amore spropositato o un odio atavico, l’ironia è troppo soggettiva per essere universale. Nei nostri film – hanno proseguito – abbiamo scardinato tutte le “regole” della sceneggiatura, abbiamo fatto errori, ma anche girato in assoluta libertà, producendo così una follia che però è rimasta nell’immaginario collettivo”. Infine, una battuta sul futuro: “Dopo radio, cinema e tv, ci manca solo la produzione. E – hanno concluso – ci piacerebbe autoprodurci”.