Premio all’eccellenza artistica per Ugo Gregoretti, protagonista della quinta serata del Bifest 2014. In anteprima “The invisible woman” di Ralph Finnes.
La quinta serata del Bifest 2014, Bari International Film Festival, si è aperta, al teatro Petruzzelli con la premiazione, per l’eccellenza artistica, di Ugo Gregoretti, regista, giornalista e drammaturgo al quale è stato consegnato il Federico Fellini Platinum Award, direttamente dalle mani del Presidente del Festival, il maestro Ettore Scola.
Gregoretti ha tenuto, la mattina stessa del 9 Aprile, una lezione di cinema presso il Petruzzelli, un evento unico, ma aperto al pubblico, come tutte le lezioni di cinema previste per questa edizione.
A seguire, l’anteprima di The invisible woman di Ralph Finnes che si è cimentato per la seconda volta nella regia, dopo l’esordio con un altro classico, Coriolanus, di due anni fa.
Il film è tratto dal romanzo di Claire Tomalin ed è stato adattato per il cinema da Abi Morgan, la fortunata e talentuosa sceneggiatrice di The Iron Lady e Shame.
Questo è il momento in cui il cinema sembra ricordarsi di uno dei maggiori scrittori inglesi, Charles Dickens celebrando il bicentenario dalla nascita.
Il film, nello specifico, racconta della vita privata di Dickens e in particolare dell’amore per una giovane donna, Nelly Ternan. Lo scrittore era sposato quando la conobbe e, dunque, i due dovettero amarsi nell’ombra e nel silenzio.
Il film si concentra molto sul rapporto fra i due personaggi, e ci accompagna nel racconto della loro storia d’amore, dal primo incontro alla fuga, attraverso il ricordo della protagonista.
Nelly rappresenta anche una musa ispiratrice per lo scrittore che, secondo il racconto, stava realizzando uno dei suoi romanzi più conosciuti, Grandi Speranze.
Nelly ha qui il volto di Felicity Jones, direttamente da Like Crazy, su cui il regista concentra la maggior parte dell’attenzione dedicandole diversi primi piani che ci permettono allo spettatore di osservare i dettagli delle emozioni del personaggio. Se lo si dovesse definire in poche parole, si tratta di un film di emozioni, un film che vuole scoprire il lato umano di un mito letterario. Si porta alle estreme conseguenze il concetto di fan e di idolo.
Nelly è fan del mito letterario e poi conosce l’uomo Dickens e se ne innamora. Finnes, che interpreta l’illustre protagonista, ce lo rappresenta come una star di Hollywood, con il suo giro di fan e ammiratrici. E, dunque, Finnes pone intorno alla figura del mito letterario un’aura da “ rock star” in un certo senso.
Il ritmo del film è cadenzato da passeggiate, primi piani e molti silenzi, il tutto contornato da inquadrature simili a tableaux vivants in cui i personaggi assumono pose teatrali.
Per questo motivo è un film, in alcuni momenti difficile da seguire, che non approfondisce molto degli altri personaggi e che si concentra soprattutto sui due protagonisti. Nonostante, per esempio la presenza di Christine Scott Thomas, qui nei panni della madre di Nelly.
Quest’ultima, americana naturalizzata francese, continua a scegliere film autoriali e meno commerciali, come appunto questo.
Un film in costume, quello di Finnes che nulla aggiunge e nulla toglie alle molte storie di amori impossibili, biopic e film in costume che abbiamo già visto.