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Berlusconi su Schulz: campi di concentramento mai esistiti per i tedeschi

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Berlusconi su Schulz: campi di concentramento mai esistiti per i tedeschi

L’ex Premier Silvio Berlusconi replica le offese all’eurodeputato tedesco Schulz, definito nel 2003 un kapò. Il 26 aprile Berlusconi è tornato a parlare di lui

schulzSilvio Berlusconi è stato condannato per frode discale (caso Mediaset). La condanna vera è propria è stata l’allontanamento dalla vita politica del Paese, seguita dai servizi sociali. Deve visitare un centro per anziani a Cesano Boscone, una volta a settimana. Come fosse un ragazzino che va a far visita a quelli che potrebbero essere i suoi nonni. L’anziano leader di Forza Italia (una volta Il Popolo della Libertà) è solo e nessuno dei suoi gli va a far visita. Per la legge del contrappasso, nessuno dei suoi fedeli visita l’ex capo; ma l’ex capo deve fare visita agli anziani.

Bondi decreta la fine di Forza Italia e del berlusconismo, l’ospitata a Porta a Porta registra solo il 12 % di share televisivo, Alfano si distacca fondando il Nuovo Centro Destra. Fini è già storia vecchia, trascritta negli annali.

Prigioniero dei fantasmi degli ex fedelissimi, come un quadro sbiadito di Pio IX prigioniero a Gaeta, Silvio Berlusconi si reca dove è gradita la sua presenza. Il 26 aprile viene invitato a un’iniziativa milanese del suo partito. Dopo aver parlato del nuovo che (dis)avanza (Matteo Renzi), l’ex caimano torna ad attaccare Schulz, in vista delle europee 2014. Ma facciamo un passo indietro.

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Martin Schulz nel 2003 era presidente della delegazione dei Socialdemocratici tedeschi al Parlamento europeo. Oggi è candidato alla presidenza della Commissione Europea. Silvio Berlusconi bissa la kermesse a Strasburgo del 2 luglio 2003, giorno in cui davanti all’Europa, definì l’eurodeputato “kapò”: «La suggerirò per il ruolo di kapò». Il tedesco si sentì definire “prigioniero capo degli altri prigionieri” perché chiedeva all’italiano di accelerare l’istituzione di un procura europea per dare inizio ai mandati di arresto in Europa.

Il 26 aprile, invece, parlando dei candidati milanesi al Parlamento Europeo è tornato a parlare di Schulz, affermando che dal 2003 il politico tedesco ha ricevuto da lui “Soltanto della pubblicità” e che “Secondo i tedeschi i campi di concentramento non sono mai esistiti“.

La risposta è pacata. Per Schulz è un problema solo di Berlusconi, dato che l’Italia “È un paese meraviglioso, un grande popolo”. Intanto Berlusconi dovrebbe presentarsi lunedì ai servizi sociali, ma nessuno sembra saper nulla. Paolo Pigni, direttore della fondazione Sacra Famiglia, dove l’ex Premier deve recarsi per scontare la pena, il 28 aprile ha in agenda altri programmi e nessuno inizia un’attività senza che, giustamente, i vertici ne sappiano qualcosa. Nemmeno Berlusconi ne sa sulla questione: “Non lo so, sto aspettando una telefonata“.

Berlusconi è un anziano lasciato solo da quelli che prima erano i giullari della corte di Arcore. Morto un Papa se ne fa un altro. Segno più tangibile che il vero Silvio Berlusconi era quella classe (alleati e opposizione) che per fare politica aveva bisogno di lui. Ora, come un nonno vecchio che biascica parole senza senso, è stato lasciato da solo al suo destino.

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Mi chiamo Danilo Ruberto, sono laureato in Filosofie e Scienze della Comunicazione e della Conoscenza presso l'Università della Calabria. Attualmente sono iscritto al secondo anno della laurea magistrale in Teoria della Comunicazione. Informare significa offrire diverse possibilità di guardare un determinato fatto. Tra le mie passioni vi sono la letteratura e il cinema. Vengo da brevi esperienze in testate on line, con particolare attenzione verso l'attualità e il mondo cinematografico. "Il cinema non dice cosa desiderare, ma come desiderare" (Slavoj Zizek)