Ieri la chiesa di via Roma gremita di fedeli per la messa a un anno dal tragico incidente che tolse la vita al 19enne Giovanni Pio Toriello
Esattamente un anno fa i cittadini di Bellizzi conclusero con inaudita amarezza i festeggiamenti pasquali: la sera del 1° aprile la tragica notizia dell’investimento di Giovanni Pio Toriello, 19 anni, avvenuto alla stazione di Bellizzi, mentre era in procinto di prendere il treno con gli amici per passare la pasquetta fuori. In seguito all’investimento del treno “Frecciabianca” (linea Reggio Calabria – Roma) fu soccorso dai sanitari del 118, ma, giunto all’ospedale S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona (Salerno) le sue condizioni erano apparse fin da subito critiche, e infatti Giovanni Pio non superò la notte. I funerali ebbero luogo martedì 3 aprile e videro una grande partecipazione da parte di tutta la cittadinanza, in modo particolare del gruppo di amici, “i ragazzi della piazza” (dalla piazza san Gennaro, luogo in cui gli amici erano abituati a ritrovarsi).
Ieri come allora rabbia, costernazione, tristezza e smarrimento si leggevano sul volto di quanti lo hanno conosciuto ed amato, sentimenti raccolti nel corso dell’omelia dal parroco, p. Francesco de Crescenzo, il quale ha presieduto una speciale messa in suo suffragio alle ore 19:30 presso la chiesa di via Roma. “Abbiamo cercato di darci delle ragioni su una cosa che non ha ragioni. La morte non ha ragione: c’è il buio e basta, ma c’è bisogno di riempire questo vuoto. I nostri defunti sono una testimonianza che ci invita a guardare in alto, alle cose che contano, e non a quelle transitorie” – sono state alcune delle parole che ha pronunciato nel corso della celebrazione. Dopo la messa i familiari e gli amici si sono diretti al Centro Sociale “B. Ietto”, in piazza Europa, dove, in un clima di unione e convivialità, hanno passato il resto della serata.
La chiesa e il piazzale di via Roma gremito di fedeli è prova bastevole ed eloquente del ricordo che Giovanni Pio ha lasciato a tutta la comunità di Bellizzi.
Il suo caso, purtroppo, non è stato un unicum. Resta ancora vivo, ad esempio, il ricordo di Gerardo Farella e di Simone Rocco, deceduti in un incidente stradale nel luglio del 2015 – in ricordo dei quali il 12 gennaio scorso è nata la fondazione “Kleros” – e di tanti altri giovani morti prematuramente, che sollecitano tutti ad avere una maggiore cura del mondo giovanile, a partire dalle famiglie, alle scuole, agli enti e associazioni giovanili presenti sul territorio comunale. Le esigenze primarie dell’ascolto, dell’educazione e della formazione umana integrale a beneficio delle giovani generazioni acquistano, alla luce di questi tragici episodi, una rinnovata urgenza, chiamando tutti in causa.