ShowUp. Far memoria della Shoah attraverso i ricordi dei figli e dei nipoti dei sopravvissuti all’Olocausto. Raccoglierne le testimonianze e tradurle con il linguaggio dell’arte tersicorea
È questo ed altro ancora lo spettacolo, dal titolo ShowUp, che segna il debutto della neonata compagnia “MV Dance Factory” fondata da Maria Vittoria Maglione.
Sabato 24 marzo, alle ore 21, sarà il palcoscenico del Teatro Aldo Giuffrè di Battipaglia (Salerno) ad ospitare questo singolare racconto che ha scelto la danza come strumento attraverso il quale mantenere viva la memoria di quanto accaduto fuori e dentro i campi di concentramento. Nella costruzione dello spettacolo centrale è il corpo, considerato il luogo che conserva il trauma e garantisce la testimonianza.
Quattordici sono i danzatori in scena (Claudia Amato, Nicoletta Cavallo, Martina Clematide, Dario Ferrara, Giorgio Guerriero, Alessia Itri, Simone Liguori, Giorgio Loffredo, Chiara Mastrangelo, Maria Rita Mastromarino, Antonio Palo, Selene Pascale, Nunzia Prisco, Miriana Velluto) coreografati da Simone Liguori a cui si deve anche il progetto video. Lo spettacolo conta sulla partecipazione straordinaria di Claudia Fiondo ed Elisa Campagna. La regia è di Eirene Campagna. Assistenti alla coreografia, Angela De Camillis e Beatrice Del Galdo, la direzione artistica è di Maria Vittoria Maglione.
L’idea di “Showup” nasce dalla tesi di laurea di Eirene Campagna, “Come posso ricordare il volto che non so dimenticare – la rappresentabilità della memoria”, sulle diverse forme di messa in scena e rappresentazione della Shoah. Eirene Campagna ha svolto parte della ricerca al Polin di Varsavia, il museo della storia degli ebrei polacchi. Gli interventi video di “Showup” propongono parte delle interviste ad Elena ed Anna Skall, le figlie di Heinz Skall, l’ebreo italiano internato a Campagna (Salerno), figlio del celebre fotografo cecoslovacco Otto Skall e dell’ucraina Hela Scheine.
La MV dance Factory è una compagnia di danza che punta a formare un ensemble di giovani danzatori e artisti della provincia di Salerno; vuole affrontare, attraverso il linguaggio dell’arte tersicorea, tematiche di forte impatto eleggendo il corpo a strumento universalmente riconosciuto di un modo d’intendere l’arte come occasione di cultura e di riflessione.