La sindaca di Battipaglia smentisce un caso di focolaio all’interno del municipio e rivendica l’importante dato scientifico ottenuto
La sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese, smentisce categoricamente un focolaio di Covid-19 all’interno del Palazzo di Città: “Sono stati screenati circa 250 individui, di questi sette positivi, di cui sei residenti a Battipaglia, un non residente a Battipagla. Di questi, uno solo è un impiegato del comune – spiega la Prima Cittadina – quindi è errato affermare che vi sia un focolaio all’interno del municipio. Gli screening – sottolinea la Francese – sono stati fatti al’interno del Palazzo di Città perché è un’iniziativa del comune“.
L’attività preventiva
“È importante studiare l’epidemiologia di un virus che si diffonde, e quindi con questo studio volevamo capire se c’era nella popolazione cosiddetta ‘sana’ qualche caso positivo. Abbiamo iniziato con circa un centinaio di tamponi sette giorni effettuati dall’Asl, grazie anche ad una donazione della Banca Campania Centro, per testare i nostri Vigili e la Protezione Civile. Abbiamo deciso di fare un’analisi a tappeto delle persone a rischio: così ci è stato proposto un protocollo con l’Istituto Zooprofilattico di Napoli ed abbiamo continuato la nostra azione di prevenzione, attenzionando tutti gli operai di Alba, i volontari della Spesa Solidale, i volontari della Croce Rossa, abbiamo testato i dipendenti di due farmacie. Pertanto continueremo con le altre farmacie, con i medici di base, con il personale dei supermercati e i fruttivendoli. Tutto ciò era possibile solo con un istituto accreditato pronto a investire.”
Battipaglia come esempio da seguire
“Questi positivi sani sono persone che poi svilupperanno la malattia? Sono persone che non la svilupperanno ma che possono contagiare? La sindaca Cecilia Francese spiega quanto sia importante sciogliere questi dubbi per la futura ‘fase 2’, che rischia anche di essere posticipata con uno screening di massa.
“Questi studi che stiamo portando avanti sono utili – ribadisce la Prima Cittadina – perché facendo più tamponi la diagnosi è precoce e attuando le terapie idonee, poi evitare che il paziente arrivi nel reparto di Terapia Intensiva. Fino ad ora i tamponi sono stati tardivi, fino ad arrivare al pronto soccorso che si ha già una polmonite in stato avanzato. Da un punto di vista scientifico quello che è stato fatto a Battipaglia ha un’importanza unica. Un altro dato che salta all’occhio è che tutti gli screening effettuati con i test rapidi sono fondamentalmente inutili, dato che sono risultati tutti negativi rispetto a quei sei tamponi naso-faringei. È chiaro che è difficile scegliere la porzione di popolazione a cui va sottoposto il tampone: noi abbiamo scelto quelli più esposti al pubblico.”
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