Il Comune di Battipaglia ha classificato la zona marina che ha inizio alla foce del fiume Tusciano e termine a circa 528 metri più a sud come non balneabile
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Non conosce risoluzione, in quel di Battipaglia, il problema delle acque inquinate e tale fattispecie torna di stretta attualità, puntuale, all’arrivo dei primi caldi.
Il Settore Tecnico e Politiche Comunitarie (Servizio Ambiente) ha ordinato, nei giorni scorsi, il divieto di balneazione nella zona marina ricadente nella giurisdizione del Comune di cui al punto di prelievo, con inizio a nord della foce del fiume Tusciano e termine a circa 528 metri più a sud nei pressi dello stabilimento Lido Enea.
La notizia ha ovviamente suscitato le ire dei cittadini battipagliesi che ormai da anni vedono il ripresentarsi ciclico di questa circostanza.
Proprio all’inizio della scorsa estate, ad esempio, il Comune aveva dichiarato non balneabile l’intero litorale in vista dei lavori relativi al depuratore di Tavernola.
Secondo la comunicazione dell’ente, all’epoca, i lavori sarebbero dovuti durare quarantacinque giorni, consentendo la revoca dell’ordinanza di non balneabilità entro giugno 2016.
Le cose non andarono esattamente in questo modo per usare un eufemismo, con l’opera ancora ferma alla fase progettuale.
A distanza di circa un anno, con la vicenda depuratore divenuta di stretta contemporaneità, la situazione resta praticamente la medesima, con vacanzieri e bagnanti inviperiti e gestori degli stabilimenti balneari che, costretti a fare i conti con il famigerato divieto di balneazione, vedono, di anno in anno, ridursi vertiginosamente il numero di clienti.
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