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Coordinamento Battipaglia dice Basta: “La battaglia continua”

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Coordinamento Battipaglia dice Basta: “La battaglia continua”

Nota del Coordinamento Battipaglia dice Basta che, inequivocabilmente, sottolinea luci ed ombre della delibera approvata dalla Provincia di Salerno

Il Coordinamento delle Associazioni Battipaglia dice Basta sente il dovere di intervenire con attenzione e senza pregiudizi sulla delibera approvata dalla Provincia recentemente. Significa farlo valutandone luci ed ombre, che ci sono, senza posizioni precostituite.

Sgombriamo il campo da un dubbio preliminare; se guardiamo alla delibera solo riferendoci alla nostra battaglia storica, contro l’impianto di compostaggio all’interno dello STIR allora è bene dirlo subito: a quello scopo la delibera non serve assolutamente a nulla. Non ferma nulla, non contrasta nulla, non ostacola nulla, non risolve nulla e nemmeno prova a farlo. Se avessero voluto – i consiglieri provinciali – avrebbero potuto approvare l’emendamento di Forza Italia e almeno avremmo avuto un’arma (debole quanto volete) contro le scelte del Piano Regionale dei Rifiuti.

Non hanno voluto. Hanno preferito esplicitamente scrivere che la delibera non vale contro l’impianto già previsto. Hanno dato il via libera provinciale a quell’impianto. La maggioranza di centrosinistra provinciale vuole quel piano e vuole quell’impianto. A partire dal consigliere Sagarese. Come comitato potremmo fermarci qui, ma non intendiamo farlo. Vogliamo darne un giudizio complessivo rispetto al problema delle decine di impianti che ci sono nella nostra città.

Luci ed ombre, dicevamo. Vediamole:

  1. È senza dubbio un passo in avanti perché introduce il concetto di “saturazione del territorio” che gli uffici potranno provare ad opporre ai privati che dovessero chiedere nuove autorizzazioni. Con quale risultato è tutto da vedere, ma il tentativo c’è. Il problema è che è si un passo in avanti ma su una strada impervia e lunga. E resta il dubbio di sempre: perché hanno scelto questa strada quando ve ne erano altre più sicure, più praticabili, più sicure? Perdonateci: ma ci resta il sospetto che si sia preferita la strada lunga perché l’obiettivo non è risolverci il problema ma tenerci “in caldo” fino alle elezioni prossime venture. Superate le quali i nodi poi verranno al pettine.
  2. È positivo che si sia fatto piazza pulita del concetto balordo del “fattore di pressione”, balzano tentativo di introdurre in tema di impianti di lavorazione una normativa valida solo per le discariche;
  3. È positivo che si sia dato ragione ai Comitati quando dicevamo che il calcolo andava fatto sulle tonnellate e non sui metri cubi come sosteneva qualche superassessore e qualche suo supporter in Consiglio Comunale;
  4. Ci fa piacere che si sia dato ragione al Comitato quando dicevamo che il calcolo andava fatto sull’autorizzato e non sul lavorato, smentendo le tesi dei superassessori;
  5. Ci fa piacere che si sia dato ragione al Comitato quando dicevamo che il famoso “limite” non è quello che è attualmente autorizzato ma che questo limite i “signori dei rifiuti” lo hanno abbondantemente raggiunto e superato visto che secondo i calcoli della Provincia siamo al triplo del tollerabile.

Veniamo alle ombre, immensamente più cupe e fosche:

  1. Perché insistere su questa strada in cui c’è carenza normativa, sia nazionale che regionale? Perché perseverare nel voler essere “i primi in Italia” a provare a fare una cosa quando ci sono strumenti più sicuri (ad esempio la dichiarazione di zona non idonea ai sensi dell’articolo 8 della legge regionale 4 del 2007, che esiste già e che ci avrebbe creato meno problemi… ad esempio la piena applicazione dei divieti previsti dal Piano Regionale della qualità dell’aria). Dovete portarci in un posto per raggiungere il quale c’è
    già un’autostrada. Permettete che c’insospettiamo se prendete un sentiero di montagna?
  2. I calcoli che la Provincia fa (e per i quali a Battipaglia sono autorizzate lavorazioni per 1,5 milioni di tonnellate) escludono tutto ciò “che non puzza”. E perché mai? E la carta? E la plastica? E i copertoni? E gli inerti? Così facendo avete “fatto sparire” ben 3 milioni di tonnellate di “autorizzato”. Lo sa la Provincia che i roghi più devastanti sono stati proprio quelli di rifiuti esclusi dal suo computo, cioè plastica e gomma che bruciando sviluppa diossina? Lo sa la Provincia che considerando nel “limite” solo ciò che “non puzza” se domani un privato venisse a chiedere di lavorare rifiuti radioattivi non potemmo dirgli di no?
  3. Il limite lo si è “fissato” grazie ad un computo in cui si è presa la media annua di tutti i comuni e la si è moltiplicata per 5. E perché 5? Perché non 3 o 3,5 o (dio non voglia) 7? L’approssimazione di questo coefficiente, la sua empiricità lo rendono così evidentemente strumentale che sarà uno dei punti di forza dei ricorsi che i privati certamente faranno contro la delibera.
  4. Qualcuno si è reso conto che, usando la media delle autorizzazioni moltiplicata x 5 si arriva al paradossale risultato che più autorizzazioni si danno in giro per la Provincia e più la tolleranza si alza? Più impianti mettono e più ne possono mettere! Vi pare questo il modo di tutelare l’ambiente?
  5. Il fatto più grave: se siamo già al triplo della saturazione com’è possibile accettare l’umido dell’impianto di compost dentro lo STIR? E’ pensabile che l’immondizia che ci manda la Regione debba essere considerata “fuori sacco”? Se un’area è satura è satura, per tutto e per tutti!
  6. Se la Provincia (e la Regione) davvero credono in questo atto che hanno fatto allora prendano coscienza del fatto che, con un indice di saturazione pari a 630mila tonnellate a Battipaglia ne abbiamo già 1,5 milioni. Allora perché non cominciamo a ragionare di ridurre l’autorizzato per riportarlo nel limite? Quand’è che cominciamo a parlare di delocalizzazioni invece di insistere (Regione e Provincia) nel voler aggiungerci anche le decine di migliaia di tonnellate di umido del previsto impianto di compostaggio? Noi continuiamo a dire che ci sono strade più semplici e più praticabili (e ne abbiamo indicate due).

Noi continuiamo a dire che ci avete dato un fucilino caricato a salve contro il carrarmato dell’impianto di compostaggio, battaglia nella quale nessuna istituzione vuole – nonostante le promesse – darci una mano.

Né il Comune (che grida al atto storico finendo con l’essere ridicolo al solo scopo di farsi campagna elettorale e di prepararsi a sostenere due candidati di De Luca alle prossime regionali), né la Provincia (che obbedisce agli ordini di De Luca e di Bonavitacola che gli hanno detto di menare il can per l’aia fino alle regionali fingendo di affrontare il problema), né la Regione né tanto meno il Ministro, buono a fare tante chiacchiere e zero fatti.
Per quanto ci riguarda non faremo sconti a nessuno. Soprattutto quando verranno a chiederci i voti alle regionali.

La battaglia continua.