Baronissi – Nel giorno del ricordo, le associazioni di Tony Siniscalco hanno commemorato, senza distinzioni ideologiche e politiche, le vittime degli stermini di massa avvenuti nelle foibe, attraverso la proiezione di un documentario e un dibattito sulle vicende che hanno segnato il passato del popolo italiano.
Ieri, 10 febbraio, come ogni anno dalla legge emanata il 30 marzo 2004, si ricordano le vittime, italiane e non, delle foibe. Migliaia di Italiani vennero uccisi e gettati dai partigiani di Tito nelle fosse carsiche al confine tra Italia e Yugoslavia (appunto le foibe).
Unico sopravvissuto italiano, fu Graziano Udovisi, che in un’intervista ha raccontato i fatti realmente accaduti e fatto luce su una storia troppe volte nascosta o distorta. Ci sono voluti quasi 60 anni per riconoscere, portare alla luce e quindi ricordare, questa straziante tragedia, della quale ancora troppi oggi non sanno nulla.
Il giorno del ricordo è stato istituito per far sì che in futuro non si ripetano più tragedie simili, riflettendo su questa triste pagina della nostra storia che pochi conoscono nella sua reale entità: migliaia di atroci omicidi ai danni di donne, bambini, uomini o più semplicemente del popolo italiano.
Ieri, in memoria di migliaia di vittime e per far conoscere la vera storia di quegli anni, presso la sede operativa Pro Loco Diecimari Baronissi, presieduta dal consigliere Tony Siniscalco, sita in Viale Ferrovia in Baronissi, si è tenuta la proiezione di un documentario sui massacri delle foibe e a seguire un dibattito presieduto dalla portavoce della suddetta associazione Jessica Stabile:
“Non c’è storia di prima o seconda classe, è giusto che le nostre vittime vengano ricordate, è giusto far luce su un tema troppe volte infoibato. Persone comuni sono state brutalmente torturate ed infine occultate in enormi voragini profonde fino a 100 metri, solo perché Italiani. Tali atroci atti non devono mai più ripetersi e il modo migliore per poterlo evitare è sensibilizzare le coscienze di ognuno ripercorrendo la storia.
Ulteriore passaggio fondamentale è quello di non insabbiare o stravolgere, come è stato fatto in questi anni, la realtà degli avvenimenti , quindi il mio invito è quello di approfondire questo tratto di storia che tutt’oggi resta una ferita aperta. Studia il passato se vuoi prevedere il futuro.”