Ieri sera, in un dibattito in Aula Consiliare, si è ricordato una figura storica di Baronissi: Francesco Paolo Samarelli
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Un incontro per ricordare un poeta, uno scrittore, un giornalista. Francesco Paolo Samarelli. Ad intervenire ieri in Aula Consiliare sono stati l’Avvocato Marcello Celentano, presidente dell’Associazione “La Piazza” organizzatrice dell’evento, il professore Luigi Gravagnuolo ex Sindaco di Cava de’ Tirreni, Pasquale Maria Petrone, il consigliere Angelo Notari ed il professore Rino Mele docente all’Università degli Studi di Salerno e direttore di “Exmachina” e della fondazione di Poesia e Storia che insieme hanno tracciato la memoria di un personaggio che ha lasciato il segno nella vita di molte persone.
“Un fascio comunista” come lo definisce l’ex primo cittadino di Cava de’ Tirreni Luigi Gravagnuolo ricordando i momenti passati nella sua casa, un rifugio che isolava Samarelli dal mondo esterno. “Era legato all’ordine della società del passato – racconta Gravagnuolo – non tollerava la modernità, ma soprattutto la mancanza di valori. Odiava gli americani e tutto ciò che proveniva dalla loro cultura perciò, durante il dopoguerra si legò immediatamente al Partito Comunista Italiano.”
Era direttore del giornale “La Piazza” sul quale scriveva articoli spesso pungenti riguardo la cronaca, ma soprattutto la politica nazionale e locale. “Non riusciva ad adeguarsi al cambiamento del mondo– conferma Angelo Notari, suo medico curante ed amico – era un nostalgico, ma soprattutto un combattivo, che anche in tarda età portava avanti imperterrito le sue lotte.” Una delle cause a cui teneva di più era impedire l’abbattimento del vecchio municipio: “Dalle pagine del suo giornale – continua Notari – lanciava attacchi contro una decisione di cui non ne capiva il senso.”
L’abbattimento del vecchio palazzo municipale rappresentava la fine della Baronissi del passato ed il simbolo della modernità che avanzava inesorabilmente. L’incontro, moderato dal giornalista di Zerottonove.it Danilo Iammancino, ha visto le esibizioni dei flautisti della rassegna flautistica internazionale Falaut. La recitazione dei brani malinconici che Samarelli scriveva chiuso nel suo studio, ha ricordato ai convenuti il valore anche poetico di questo personaggio poliedrico; un artista, sicuramente una parte importante della storia e della cultura della città di Baronissi, ma soprattutto, per i tanti che lo hanno conosciuto, un vero amico. Un amico con il quale condividere momenti di discussione e di allegria; sentimenti che oggi si ripetono nei ricordi sbiaditi dal tempo. “La gioia del ricordo stimola l’amaro del rimpianto. Niente potrà consumarsi più di una volta”.