Da oggi entra a far parte delle collezioni del Museo-FRaC Baronissi, la serie delle venticinque fotografia, dal titolo In Coena Domini, che Gianni Zanni ha dedicato all’Ultima Cena
Una donazione particolare con la quale l’artista pugliese ha voluto esprimere il suo profondo senso di amicizia con artisti e critici dell’area campana, nonché l’esemplare significato del lavoro di ricerca e di promozione che il FRaC conduce da venti anni.
Gianfranco Valiante, sindaco di Baronissi, e Massimo Bignardi, direttore artistico del FRaC esprimono, a nome dell’intera comunità, la gratitudine al Maestro Zanni: “La donazione dell’importante opera va ad arricchire il patrimonio culturale del nostro Fondo Regionale d’Arte Contemporanea – sottolineano – In un anno molto speciale, perché il FRaC festeggia 20 anni di attività, caratterizzati dalla forte dinamicità. Una struttura aperta alle attualità, ai giovani artisti, al loro desiderio di testimoniare il presente. Il Fondo, dal 2010 riconosciuto dalla Regione Campania come museo d’interesse regionale, si propone anche come centro di documentazione e di promozione dei movimenti e delle personalità che hanno segnato le vicende artistiche in area salernitana e regionale negli ultimi cinquant’anni. L’attenzione, oltre alle arti visive e plastiche, è stata ed è rivolta al design, ai nuovi media, al cinema d’artista, al teatro sperimentale, alla danza contemporanea e ai linguaggi della contemporaneità. In Coena Domini arricchisce il catalogo del Museo che, ad oggi, presenta una collezione personale di circa 630 opere”.
La mostra In Coena Domini di Gianni Zanni è stata realizzata nell’aprile 2021, in modalità online, in piena pandemia e chiusure per Covid, registrando un enorme successo in termini di streaming e visualizzazioni, andando a comporre quel dialogo con l’arte e con il suo pubblico che il Museo FRaC-Baronissi ha disposto in una delle più critiche fasi della storia della contemporaneità umana, aprendo nuovi canali di comunicazione e di interazione in un flusso continuo.
“Quello di Zanni – precisava il professor Bignardi in occasione della mostra inaugurata il 1 aprile 2021 – è, da oltre quarant’anni, un modo di porsi frontalmente all’oggetto che, scatto dopo scatto, diviene soggetto di una narrazione di forte valenza immaginativa. Anche in questa serie di lavori, dedicati a interpretazioni dell’Ultima cena, ha saputo intrecciare le inquadrature sperimentate nella sua esperienza di fotografo, interessato anche allo still life, con quelle archiviate nella memoria, ben alimentata da immagini tratte dalla storia dell’arte. Ho posto a confronto due analoghe interpretazioni di quel genere che è la ‘natura morta’ e ne ha ricavato un racconto che, più di aprire lo sguardo all’intera scena leonardesca, si sofferma sui primi piani, sui dettagli. La tavola imbandita, non poteva essere diversamente, è quella tipica della tradizione pugliese”.