Al “San Nicola” va in scena Bari – Salernitana, una partita tutta da vivere prima sugli spalti e poi in campo
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Bari – Salernitana ritorna alla ribalta in campionato: la squadra pugliese nel suo sali e scendi dalla A, la squadra campana dal suo sali e scendi dalla Lega Pro. Entrambe cercano stabilità per conseguire obiettivi ambiziosi, entrambe si rispettano e si amano da sempre: che bello è stato vedere i tifosi del Bari venire qui a Salerno a festeggiare la promozione in serie B della squadra granata, così che bello è stato vedere i tifosi granata nella curva del Bari inneggiandoli per il raggiungimento nella mitica serie A.
Amore sviscerato tra due società, amore sanguigno delle due tifoserie che qualche anno fa è stato addirittura portato nelle aule dei tribunali per presunte combine. Bari -Salernitana quest’anno è una partita sentita non solo dai tifosi, ma soprattutto nel campo dove la squadra pugliese cerca di non perdere di vista la strada che porta in serie A, mentre i granata hanno assoluta necessità di punti per allontanare lo spettro della bassa classifica.
La coreografia è perfetta sugli spalti, il campo necessita di una partita combattuta e la distanza chilometrica non è notevole; sono tutti ingredienti per una gara da vivere e da vedere. Nonostante la giornata lavorativa (anticipo di venerdì), i tifosi si recheranno massicci in Puglia per una vera giornata di sport: anche la TV a pagamento rischia lo spettacolo esige la presenza all’evento per una giornata di vero sport-spettacolo.
I biglietti messi a disposizione per la curva ospiti del S.Nicola sono stati letteralmente polverizzati in pochissimi giorni ed è stato necessario integrare la prevendita di altri tagliandi, ma nonostante questo tanti tifosi di fede granata riempiranno ugualmente gli altri settori dello stadio. Le bandiere sugli spalti si uniranno per inneggiare reciprocamente i loro beniamini, le voci dei tifosi canteranno all’unisono, nessuna rivalità, nessun astio, il simbolo della 12° giornata sarà la vera essenza del calcio.
Articolo a cura di Simona D’Arco
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