Le dichiarazioni del Sindaco di Avellino Paolo Foti agli amministratori e ai cittadini
[ads2]Consiglieri, assessori, cittadini
torniamo in aula per la prima volta dopo la sessione che ha visto l’approvazione del bilancio di previsione 2014, il primo presentato dall’amministrazione che ho l’onore di presiedere.
L’approvazione del bilancio è l’obbiettivo che mi ero prefisso di conseguire al termine della prima fase del mio mandato: traguardo faticosamente raggiunto, ma che pure era preliminare a ogni progetto di rilancio dell’azione amministrativa e di sviluppo della città.
La situazione estremamente difficile nella quale ho trovato le finanze di questo Ente ha imposto un duro lavoro di ricognizione e misure severe che hanno purtroppo comportato un ulteriore sacrificio per i cittadini con l’aumento della tassazione comunale. Tale azione di risanamento è stata resa ancora più urgente dai rilievi della Corte dei Conti, relativamente ai bilanci 2010, 2011, 2012.
Il riconoscimento di debiti fuori bilancio per circa 13 milioni di euro (ed è appena il caso di ricordare che si tratta di vicende iniziate sovente quando qualche attuale consigliere comunale non era neppure nato), l’avvio del recupero dell’evasione (con l’urgenza determinata dal rischio prescrizione per una quota significativa dell’evasione presumibilmente accertabile), l’aumento delle aliquote comunali (sia pure restando nella media dei comuni italiani e portando da sette a quindicimila euro la fascia di esenzione), la riduzione del contenzioso attraverso azioni di transazione sono state le coordinate lungo le quali si è mossa questa amministrazione, per avviare finalmente un’azione vera e concreta di risanamento delle finanze locali.
E che finalmente si sia imboccata la via giusta lo dimostra la nota della Corte dei conti, che in una comunicazione dello scorso 31 ottobre prende atto delle misure complessivamente adottate e ci invita ad andare avanti lungo la strada tracciata.
A chi ci accusa di immobilismo abbiamo risposto con i fatti.
Aver riconosciuto debiti fuori bilancio che certo non sono imputabili a questa amministrazione e che si trascinavano da anni, e aver elaborato un piano di risanamento che la stessa Corte dei Conti ha ritenuto credibile è un fatto.
Aver ripreso opere pubbliche ferme da anni: il sottopasso in piazza Libertà, la Bonatti, la collina della Terra, è un fatto.
Aver iniziato, dopo decenni, il lavoro di messa in sicurezza dell’Isochimica e della Dogana è un fatto.
Aver messo mano alla riorganizzazione della struttura degli uffici comunali, è aver ripreso dopo 25 anni il Laceno d’oro, aver riaperto e restituito a funzioni pubbliche Villa Amendola sono fatti.
Aver avviato con il Comune di Avellino come capofila il Piano di Zona Sociale, nonostante i contrasti, le resistenze municipalistiche e i maldestri tentativi di conservare sterili rendite di posizione è un fatto.
Aver rimesso in moto i progetti di Europa PIU e le altre opere pubbliche per la cui realizzazione i fondi erano bloccati da anni è ancora un fatto.
E tutto questo mentre la nave – mi si passi la metafora – rischiava di far naufragio e fra gli stessi membri dell’equipaggio ce n’erano alcuni che si preoccupavano solo di accaparrarsi la scialuppa di salvataggio più sicura, e fra gli ufficiali alcuni abbandonavano la nave, per non correre rischi.
Io, con gli assessori e i consiglieri che ci hanno sostenuto, non abbiamo abbandonato la nave, non abbiamo condannato al naufragio i passeggeri ma abbiamo rimesso in mare la nostra nave. Ora siamo in condizione, finalmente, di prendere il largo, ma c’è bisogno che tutti assolvano al proprio compito.
È tutto qui il senso delle mie dimissioni. La sconfitta elettorale subita alle elezioni per la presidenza della Provincia c’entra davvero ben poco. Anche perché non è stata una mia personale sconfitta, ma una sconfitta del Partito democratico e del Comune capoluogo. In una normale competizione elettorale può capitare e capita che il candidato designato dalle forze politiche non intercetti poi il consenso elettorale. Ma in questo caso a votare sono stati solo gli amministratori, gli stessi – mi riferisco alla maggioranza – che hanno unanimemente indicato la mia persona, o meglio il Sindaco del Comune Capoluogo, salvo poi fare diversamente nel segreto dell’urna.
Ho ritenuto, allora opportuno, prima di avviare la nuova fase, verificare, anche con un gesto forte, se vi era ancora la volontà politica di portare avanti il programma rispetto al quale abbiamo chiesto ed ottenuto i voti dei cittadini e che adesso, fatta chiarezza sulla situazione economica e tracciata la strada del risanamento, dovrà essere portato avanti con rinnovato slancio, con consapevolezza del proprio ruolo di consigliere, con l’unico obiettivo del bene comune.
Prima di entrare nel dettaglio del programma a breve e medio termine, perché i cittadini hanno ben compreso la difficile situazione che abbiamo ereditato, affrontato e per il momento superato, ma ora si attendono risultati concreti in tempi ragionevoli, permettetemi di dare innanzitutto una indicazione di metodo. La fase propulsiva dell’azione amministrativa dovrà essere caratterizzata dalla partecipazione dei cittadini e dalla condivisione più ampia possibile. Qui faccio autocritica: in questo anno e mezzo non sono stato in mezzo alla gente come pure avrei voluto. Probabilmente non sono stato bravo a comunicare i risultati che pure ci sono stati. Certamente sono stati più bravi i soliti “picconatori” a evidenziare le carenze e gli errori che pure abbiamo commesso. Adesso proviamo a ripartire, con la serenità maggiore che ci deriva dall’aver evitato il dissesto, smentendo le tante Cassandre che a parole amano questa città, ma vorrebbero poi vederla precipitare nel baratro, solo per compiacersi della validità delle proprie analisi.
Soprattutto, proviamo a ripartire con la consapevolezza, maturata in questa prima fase di esperienza amministrativa, che i maneggi, le lungaggini, i compromessi al ribasso, le estenuanti trattative della politica sono quanto di più lontano possa esserci dalle esigenze e dai bisogni concreti, immediati, ineludibili dei cittadini. A loro dobbiamo risposte chiare e concrete e a loro assicuro che non lascerò che questa esperienza amministrativa affondi nella palude dei ricatti e dei compromessi. Se in questa aula c’è qualcuno che intende sacrificare il bene comune sull’altare del proprio tornaconto personale dovrà uscire allo scoperto e consegnare il proprio comportamento al giudizio della città. Io vi garantisco che andrò dritto per la mia strada, che è quella indicata a chiare lettere nel programma che con la maggioranza che mi sostiene è stato sottoposto al giudizio degli elettori, ricevendone ampio consenso.
Il programma amministrativo che ho delineato all’inizio del mio mandato, naturalmente modulato sui cinque anni dell’intera consiliatura, è ancora valido. Si tratta ora di indicare i punti programmatici che realizzeremo a breve termine (10-12 mesi al massimo) perché vi è necessità di dare risposte concrete alle aspettative e alle esigenze della comunità cittadina in quella che ho definito la seconda fase.
La prima fase della mia attività, infatti, è servita a mettere i conti in sicurezza e a fare chiarezza su pratiche che da anni erano bloccate per impedimenti burocratici e per intromissioni della “cattiva politica”. Solo dopo questo lavoro preliminare, indispensabile, ma che ha richiesto forse più tempo del previsto, anche perché non tutti hanno remato nella stessa direzione del bene comune e dell’interesse della comunità, è ora possibile passare alla seconda fase, quella delle realizzazioni concrete e dello slancio propulsivo.
Il primo segnale va dato completando le opere pubbliche bloccate da anni, a partire innanzitutto dal Tunnel i cui lavori sono ripresi con le difficoltà che ogni cantiere può avere, ma che ci impegniamo a completare indicativamente nel giro di un anno.
I lavori sono ripresi anche sulla Bonatti: una porta d’accesso alla città, ingresso fondamentale che dalla zona industriale arriva all’ospedale Moscati per poi giungere dallo stadio Partenio fino in centro. Una via di collegamento fondamentale per l’ingresso in città. Anche qui i lavori di riqualificazione sono ripresi e dovranno essere continuati nel più breve tempo possibile: non possiamo permetterci rallentamenti, o peggio un nuovo blocco del cantiere, che farebbe ripiombare quella zona strategica di Avellino in un collasso totale. Tra le prioritarie questioni che si affronteranno ci sono, senza dubbio, il Mercatone e il Cinema Eliseo. Per il futuro centro di cultura cinematografico si tratta di rendere fruibile la struttura, più volte danneggiata da atti di vandalismo. Una prima stima di massima individua in circa 400 mila euro la somma necessaria, ma potrebbe essere possibile, con la metà di tale somma, rendere fruibile almeno la sala cinematografica. Il Cinema Eliseo può offrirsi alla città come la prima sperimentazione di “gestione condivisa” tra amministrazione e cittadini, affermando per questa via il principio dei beni comuni. In tal senso è opportuno già da ora programmare degli incontri tematici per garantire all’intera comunità, oltre che la salvaguardia della struttura, la possibilità di contribuire alla gestione del bene, in modo da renderlo effettivamente funzionale al soddisfacimento degli interessi della collettività. Da subito bisognerà costituire un pool di tecnici comunali capaci di individuare le modalità per coniugare i concetti di proprietà pubblica e gestione partecipata.
È chiaro che questo dovrà essere il modus operandi che dovremo seguire anche per la riqualificazione di altre zone cittadine, soprattutto quelle periferiche. Il lavoro iniziato con la riqualificazione dei fabbricati pesanti di Quattrograne prosegue e dovrà essere ampliato anche ad altri quartieri con l’obiettivo di eliminare l’amianto dei prefabbricati industriali post terremoto in città. Un confronto costante con la popolazione sarà sempre più necessario perché siano i cittadini a giudicare, valutare e – perché no – criticare, ma soprattutto essere coinvolti.
Su Piazza Libertà per anni non si è riusciti a portare avanti una procedura che potesse assicurare il completamento definitivo dell’agorà cittadina; questa amministrazione ha fatto delle scelte – forse non totalmente condivise – ma certamente necessarie perché questa ferita nel cuore della nostra città potesse essere sanata.
Vi posso assicurare che le decisioni prese – seguendo quel programma elettorale che un anno e mezzo fa gli avellinesi hanno premiato – sono state valutate attentamente seguendo tutte le indicazioni – dalla Sovrintendenza ai vari pareri tecnici – che assicureranno il completamento della piazza entro la fine del prossimo anno. E comunque mai questa amministrazione si è sottratta al dialogo e in questo senso si continuerà ad operare: la strada del confronto resta l’unica praticabile. Bisogna proseguire col percorso avviato sul recupero della Dogana che porterà all’esproprio della struttura: dopo l’approvazione del bilancio stiamo predisponendo la perizia di variante che ci consentirà di chiudere i lavori. Lavori che stanno proseguendo anche a Collina della Terra che contiamo di rendere fruibile entro la fine del prossimo anno.
PERSONALE
Un più rapido e flessibile funzionamento della macchina comunale a cui più volte ho già fatto riferimento è necessario e preliminare per poter agire concretamente nei vari settori amministrativi e soprattutto per poter assicurare ai cittadini risposte consone ai loro problemi e alle loro difficoltà.
È in dirittura di arrivo la ristrutturazione degli uffici, che saranno organizzati in quattro macro aree, al cui interno troveranno collocazione gli altri settori, secondo un progetto che ha già visto diversi incontri con i rappresentanti sindacali e che tiene conto dei suggerimenti emersi durante queste consultazioni. A completare il quadro sarà anche, laddove possibile e nei settori più esposti, realizzata la rotazione degli incarichi, prevista del resto dalla nuova normativa anti-corruzione. Appare, infatti, opportuno dare nuovo slancio e liberare nuove energie in settori dove da decenni le stesse funzioni sono attribuite agli stessi dipendenti.
Per dare impulso alla macchina comunale sarà fondamentale la definizione di obbiettivi concreti e misurabili, il cui raggiungimento sarà elemento importante nella valutazione dell’O.I.V. e fra gli obiettivi comuni a tutti i settori sarà opportuno indicare l’individuazione e la risoluzione dei residui passivi ed attivi in una percentuale accettabile.
L’altro grosso problema è stato quello della stabilizzazione dei precari: coloro che hanno maturato i requisiti richiesti alla data del 30 ottobre 2013 hanno visto stabilizzati il loro rapporto di lavoro con contratti a tempo indeterminato. Per quelli che hanno maturato gli stessi requisiti in data successiva abbiamo previsto di procedere con una selezione. Per i co.co.co. potremo per alcuni percorrere la strada dell’affidamento di nuovi incarichi, mentre per gli altri si apre la strada del concorso pubblico, avendo già indicato nel fabbisogno del personale per il 2015 le figure occorrenti.
FINANZE e PATRIMONIO
Centrale dovrà essere l’impegno per l’eliminazione degli sprechi, quindi la messa a reddito delle strutture pubbliche, la valorizzazione e la vendita – e non la svendita indiscriminata – di beni comunali, la lotta all’evasione fiscale, la revisione degli estimi catastali, il recupero dei crediti, la riduzione dei contenziosi, i contratti di cittadinanza attiva.
Il recupero dell’evasione, relativamente alla riscossione dei tributi maggiori, può costituire un’importante voce di entrata, come appare evidente già dalla prima fase di accertamento effettuata dall’azienda appositamente incaricata, nell’urgenza di impedire la prescrizione per l’evasione più datata e mai contestata. Superato il momento emergenziale si procederà subito alla gara per l’affidamento del servizio di accertamento e recupero dell’evasione.
Per quanto attiene inoltre la questione degli estimi catastali da oltre venti anni, un’evidente sperequazione fiscale si consuma ai danni dei cittadini avellinesi proprietari di immobili classificati in categoria A/3 (abitazioni di tipo economico) cui sono state attribuite tariffe d’estimo inappropriate in palese violazione dei principi costituzionali di equità, eguaglianza e progressività del peso fiscale in proporzione alla capacità contributiva.
I tributi maggiorati e non dovuti, infatti, determinati da tale errore, sono stati generati da un’anomalia unica in Italia, che ci chiama ad intervenire immediatamente istituendo un tavolo di concertazione tra Comune, Agenzia del Territorio e Associazioni di categoria e sindacali per individuare la strategia più efficace a ripristinare l’effettiva redditualità degli immobili.
Occorre, inoltre, procedere all’affidamento in gestione degli impianti sportivi non strategici, che rappresentano solo un costo per l’amministrazione comunale, senza avere, nella maggior parte dei casi, neppure evidenti ricadute sociali. I risparmi realizzati in tal modo consentirebbero interventi di manutenzione straordinaria e di ripristino per rendere fruibili gli impianti più danneggiati e perciò meno appetibili per una gestione esterna.
Vanno definiti i rapporti con l’A.S. Avellino, con cui è, in via di definizione, un annoso contenzioso. La gestione dello stadio va, quindi, affidata alla società di calcio, che è in effetti l’unico fruitore, prevedendo per il Comune la possibilità di utilizzare comunque lo stadio per un numero predeterminato di giorni e/o eventi.
Discorso a parte merita la questione dell’ACS: resta valida la scelta di cedere quote dell’Azienda Città Servizi fino al 51% del capitale sociale. In particolare potrebbe trovare facile realizzazione l’ipotesi di scorporare dall’ACS il “ramo” parcheggi, da esternalizzare tramite gara e quindi trasformare l’azienda in società strumentale dell’amministrazione che si occupi di manutenzioni, atteso che il settore è ormai ridotto ai minimi termini per quello che riguarda il personale interno e l’amministrazione comunale è oggi costretta a rivolgersi quasi esclusivamente a ditte esterne.
Passando poi ad analizzare il totale dei risarcimenti danni provocati da “insidie e trabocchetti” esso ogni anno raggiunge cifre consistenti e improponibili. Spesso si tratta di trabocchetti seriali, nel senso che la stessa buca provoca più incidenti nel corso del tempo. Allora l’istituzione di una task force di pronto intervento per la sollecita segnalazione e la successiva messa in sicurezza limiterebbe di molto i danni e i conseguenti risarcimenti. Inoltre, spesso le spese legali superano il risarcimento del danno stesso. Sono già stati informalmente avviati incontri con i giudici di pace, per esaminare la possibilità di ridurre questo gravame ulteriore, relativo alle competenze degli avvocati.
SICUREZZA IN CITTA’
Occorre dimostrare la massima attenzione nei confronti di tutte le aree della città anche di quelle periferiche, dove, magari, non c’è una struttura storica da difendere, ma ci sono comunque dei cittadini da tutelare. Sicurezza significa stare tranquilli a casa propria e per strada, di giorno e di notte, in centro come in periferia dove maggiormente si avverte questa esigenza. Un sistema di video sorveglianza, unito ad una maggiore presenza dei vigili urbani, rappresenterà un importante passo in avanti. Bisogna perfezionare e potenziare il servizio di video sorveglianza esistente mediante installazione di altre videocamere così come bisogna reinventare la figura del “vigile di quartiere”, che rappresentava la presenza dell’istituzione Comune nelle varie aree della città. L’obiettivo deve essere quello di assicurare tranquillità e serenità ai cittadini, soprattutto nelle periferie, dove si vive con maggiore sofferenza questa sorta di abbandono da parte delle istituzioni.
URBANISTICA
Il futuro della nostra città passa anche e soprattutto attraverso la ridefinizione degli strumenti urbanistici.
Centrale è l’adeguamento del Puc, dopo che il consiglio comunale ha votato i relativi indirizzi. A tale riguardo è necessario ritornare in consiglio per un ulteriore approfondimento, nella speranza di una condivisione più ampia degli indirizzi per l’adeguamento del Puc. Dopo l’approvazione del piano delle consulenze e dei criteri per la formazione della shortlist, è possibile individuare uno staff di consulenti di adeguato profilo professionale che andranno ad affiancare e supportare la struttura interna, per adattare il Puc, senza stravolgimenti, ma tenendo conto delle nuove prospettive di sviluppo della città. Lo staff esterno dovrà essere occasione per un percorso di formazione da parte della struttura interna, che potrà così arricchire la propria esperienza professionale. Al centro dovrà esservi una grande condivisione e partecipazione, anche al di là delle consultazioni di categorie e organismi professionali come previsto dalla legge, fino ad andare a discussioni e dibattiti nelle scuole, nei quartieri, fra le associazioni.
In tal senso va portato avanti il dialogo con quelle associazioni che a fine ottobre hanno sottoscritto il Protocollo d’intesa sulla mobilità lenta in città. Tra gli obiettivi prioritari vi è quello di fare ogni sforzo per garantire pari opportunità di accesso e fruizione dell’ambiente urbano ed extraurbano a tutti i cittadini e, in particolare, a quelli appartenenti alla cosiddetta “fascia debole”. Il Comune e le associazioni si impegnano anche, a breve termine, a concertare una serie di misure per dotare – limitando al massimo opere infrastrutturali e spese connesse – l’area urbana, ove tecnicamente possibile, di una rete d’interconnessione ciclabile e ciclopedonale, mediante la messa in sicurezza e l’adeguamento degli spazi urbani che presentino caratteristiche d’idoneità tecnica, nonché, mediante l’istituzione di percorsi ciclabili urbani, di zone 30 e zone a traffico limitato. Tra i risultati attesi nel medio termine vi sono quello di rafforzare le connessioni intercomunali all’interno di una strategia di “area vasta” finalizzata a cogliere le opportunità della programmazione dei fondi strutturali europei in tema di città sostenibili e mobilità alternativa e quello di definire una strategia di valorizzazione del fondovalle Fenestrelle che consideri le opportunità derivanti dal cicloturismo, anche nella prospettiva di valorizzare socialmente ed economicamente le aree periferiche o sottoutilizzate.
I dati del Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2014 inducono a delineare con chiarezza, per le nostre città, sviluppi futuri che attribuiscano valore prioritario alla riqualificazione e alla rigenerazione dell’esistente rispetto agli interventi additivi, che producono consumo di suolo e sono in antitesi con i principi di tutela degli equilibri ambientali. In piena sintonia con questo principio generale, l’amministrazione comunale di Avellino ha già da tempo avviato – con l’approvazione degli indirizzi per l’adeguamento del PUC – un percorso che deve ora essere affrontato pubblicamente e con grande trasparenza, per dotare Avellino di uno strumento urbanistico più agile ed efficace, più capace di assicurare gli obiettivi di qualità, sostenibilità, vivibilità che la città attende. Coerentemente con il quadro di riferimento dei programmi comunitari 2014-2020, bisogna inoltre promuovere processi integrati di pianificazione intersistemica e intercomunale, mediante la costruzione di una visione comune che rilanci il ruolo delle “aree interne” nello scenario strategico regionale in termini di cooperazione, oltre che di competizione. Occorre pertanto compiere uno sforzo, insieme a tutti i comuni dell’area vasta, per attivare iniziative di co-pianificazione, il cui esito sarà connesso ovviamente al ruolo di coordinamento che la nuova Provincia riuscirà ad assumere.
AMBIENTE
La prima emergenza che mi sono trovato ad affrontare da quando sono Sindaco ha riguardato l’Isochimica. Dopo i primi lavori, eseguiti dal Comune, per il consolidamento delle strutture e la messa in sicurezza del sito, il deliberato della giunta regionale della Campania, che stanzia un milione e seicentomila euro, consentirà di concludere i lavori di messa in sicurezza e l’esecuzione della caratterizzazione del sito. I tecnici del Comune di Avellino sono tra l’altro già all’opera sulla definizione di un progetto di bonifica dell’area esterna dell’ex opificio industriale rispetto al quale già vi è stato un primo incontro operativo in Regione. Una volta eseguiti i lavori di caratterizzazione per l’individuazione certa delle zone del sottosuolo contaminate che dovranno concludersi entro i primi mesi del prossimo anno, sarà possibile procedere alla seconda fase della progettazione della bonifica che richiederà – come per l’intervento di rimozione dei cubi in cemento amianto – l’impiego di ingenti risorse per il cui reperimento il Comune di Avellino richiamerà alle proprie responsabilità tutte le Autorità istituzionali competenti a partire da quelle nazionali operando costantemente nell’ottica della concertazione e del coinvolgimento dei cittadini.
Parallelamente continuerà il monitoraggio ambientale, che, per il momento, non ha fatto emergere dati preoccupanti. Su questo tema, sarà particolarmente prezioso il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha ammesso l’Isochimica nel Piano Nazionale Amianto, dedicato alla ricerca sul rischio connesso all’esposizione non professionale e ambientale alle fibre di amianto. Restano da avviare a soluzione sia la questione relativa all’esproprio da parte del Comune, sia l’individuazione della destinazione urbanistica e della riconversione sostenibile del sito, funzionali alla determinazione del più idoneo intervento di bonifica, sia, infine, la questione del riconoscimento dei diritti degli ex lavoratori che per tanti anni sono stati esposti alle fibre di amianto.
La condivisione con associazioni, residenti e con l’intera cittadinanza è ugualmente fondamentale per ripensare alla futura destinazione d’uso dell’area considerando l’importanza strategica che Borgo Ferrovia può avere per la nostra città, con una totale riqualificazione e riabilitazione della stazione che bisogna portare avanti da subito.
L’ultimo rapporto Legambiente sull’ecosistema urbano dei capoluoghi di provincia italiani colloca la città di Avellino in 39esima posizione a livello nazionale e prima a livello regionale. Il parametro della raccolta differenziata dei rifiuti vede la nostra città in 25esima posizione (al 55,5%, dati 2013). Dobbiamo migliorare e migliorarci: la raccolta differenziata va potenziata, attraverso una campagna capillare e controlli severi, sulle modalità e gli orari di conferimento. Sono in via di chiarimento e definizione i rapporti con IrpiniAmbiente, soprattutto per porre fine una volta per tutte alle richieste avanzate al Comune di ulteriori versamenti a fronte di presunte situazioni debitorie maturate negli anni precedenti l’insediamento di questa amministrazione.
POLITICHE SOCIALI
Ad una politica di rigore e di oculatezza economica dovrà necessariamente affiancarsi un’attenzione ancora maggiore per le emergenze sociali, rese più drammatiche dall’attuale congiuntura economica.
Dopo un burrascoso iter, dovuto al netto ostruzionismo di alcuni sindaci dell’ex Consorzio A4, finalmente oggi è possibile svolgere le attività attribuite dalla “Convenzione per l’esercizio associato delle funzioni e delle modalità di gestione degli interventi e dei servizi sociali previsti nel Piano di zona dell’ambito territoriale A4”, che vede il Comune di Avellino capofila del nuovo Ambito. Occorrono ora risorse per affrontare problemi così importanti ed uno sforzo economico del nostro bilancio, che deve essere affiancato necessariamente da un percorso di aggiornamento del welfare locale, che permetta di dare risposte più efficaci ai nuovi bisogni. L’assessorato del settore Coesione sociale e Piano di zona intende promuovere e realizzare strategie per lo sviluppo delle politiche sociali, utilizzando le risorse comunali, quelle regionali, attraverso il Piano di zona e quelle nazionali, attraverso il Piano di Azione e Coesione. L’indirizzo che è urgente proporre e che già è stato posto in essere deve spostare l’enfasi sulla promozione sociale, intesa come fruizione delle opportunità sociali e dei frutti dello sviluppo economico, operando da un lato sulle circostanze che inducono l’instaurarsi dei bisogni sociali e insieme dando legittimità sociale e civile ad una serie di esigenze, la cui soddisfacente risposta costituisce ormai requisito di base di uno standard sociale di vita da garantire a tutti i cittadini. In questa direzione va postulata una politica del pieno impiego delle risorse, sottraendo, quindi, al sistema dei servizi sociali la logica assistenziale e promuovendo strategie di prevenzione e promozione dei servizi.
Il settore dell’assegnazione alloggi ha presentato non poche criticità in questi mesi. Si tratta di un settore delicato, nel quale è opportuno procedere ad una attenta rotazione degli incarichi e delle responsabilità. È importante imporre il rispetto delle regole, individuando i casi di abusivismo, i criteri e le modalità di sgombero. Tentennamenti in queste operazioni finiscono per svuotare di significato ogni tentativo di ripristino della legalità.
Delicato è anche il discorso relativo alle emergenze che riguardano interventi rapidi ed efficaci. Appare pertanto necessario, quando dovessero verificarsi situazioni che richiedono l’immediata disponibilità ed assegnazione temporanea di alloggi, poter contare sul parere di una apposita commissione consiliare da istituire con immediatezza, presieduta da un consigliere di opposizione.
La convocazione degli stati generali delle associazioni può consentire di fare il punto sull’esistente, individuando innanzitutto le associazioni realmente operanti e, quindi, mettendo in campo un’azione concreta di coordinamento e di sinergia. Le associazioni di volontariato svolgono un’azione molto importante nella nostra realtà cittadina, anche attraverso un ruolo di supplenza nei confronti delle istituzioni pubbliche. Molte di queste associazioni hanno già avviato esperimenti di collaborazione, come è avvenuto con la formazione di un Tavolo Tecnico attraverso la stipula di un protocollo d’intesa per la “promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto della violenza e della discriminazione”. Il protocollo firmato con associazioni di volontariato, Onlus e sindacati, ha lo scopo di mettere in rete le rispettive esperienze e utilizzarle in sinergia con i progetti dell’amministrazione comunale. È quindi indispensabile per portare avanti questo tipo di collaborazione individuare una sede all’interno della casa comunale e una persona qualificata che possa contribuire a rendere quanto più efficace e fattivo l’impegno assunto a tal proposito da questa amministrazione.
COMMERCIO
Su questa linea dobbiamo muoverci anche per rispondere alle esigenze dei commercianti che hanno dovuto patire i risvolti di una crisi di portata nazionale.
Il commercio ha subito in questi anni un duro colpo anche ad Avellino. Ma ora è arrivato il momento di reagire. Amministrazione e associazioni di categoria hanno bisogno di un tavolo permanente di confronto per stabilire quelle linee d’azione che contribuiscano a far ripartire l’economia in città. Comprendo la rabbia soprattutto di quei commercianti che hanno dovuto subire e continuano a patire la presenza di cantieri soprattutto nel centro cittadino che rallentano e direi ostruiscono le proprie attività. Anche in ragione di tali considerazioni ho inteso istituire uno specifico assessorato. Ma sono convinto che un tavolo di concertazione tra amministrazione e commercianti saprà proporre soluzioni ad hoc che possano incentivare le singole attività nel corso dell’anno. In tal senso riprendere il discorso condiviso sui “centri commerciali naturali” in città mi sembra un punto di partenza da approfondire a da cui poter ripartire.
CULTURA
La città di Avellino deve valorizzare l’importante patrimonio artistico e culturale derivante dall’impegno delle tante associazioni presenti in città e dalle tante iniziative a cui dobbiamo dare un filo logico ben definito.
Il successo fatto registrare dal Laceno d’oro è stimolo per stabilizzare l’iniziativa, che potrebbe essere il volano per una decisa promozione della città durante la stagione estiva. In attesa del bando regionale è già in avanzato stato di elaborazione il nuovo progetto, che dovrebbe stavolta essere “firmato”, oltre che dal circolo di cultura cinematografica Immaginazione, anche dal Teatro Gesualdo e da “Flussi”, che propone da sette anni una rassegna di nuovi linguaggi artistici di risonanza internazionale. Fondamentale per la realizzazione del Laceno d’oro è la concessione del finanziamento regionale; ma non è da escludere che il Comune, in collaborazione con altri Enti locali e sponsor privati, possa finanziare l’iniziativa.
Va resa pienamente fruibile Villa Amendola, attualmente sede della biblioteca comunale “Nunzia Festa”, al piano terra, e del Museo civico al primo piano. La fruibilità della biblioteca va implementata, per quello che riguarda gli orari di apertura al pubblico, utilizzando una o due bibliotecarie attualmente assegnate a biblioteche non più utilizzate o fortemente sottoutilizzate. Per la fruizione del percorso espositivo, collocato al secondo piano, è necessario munirsi di un adeguato sistema di allarme, che, peraltro, rientra in un progetto già finanziato dalla Regione Campania. Per la messa in sicurezza dell’Orto botanico, attualmente chiuso al pubblico, si procederà al relativo bando di gara e successivamente il parco potrà essere affidato in gestione per cerimonie, servizi fotografici, ecc. A favorire questo tipo di attività concorrerà anche la proposta, già presentata all’esame della commissione consiliare competente, di celebrazione dei matrimoni civili a Villa Amendola.
Infine, per quello che riguarda l’utilizzazione delle cosiddette cantine, da destinare a Museo dei mestieri del vino, sono in piedi due ipotesi: o affidarne la gestione ad aziende del settore, che potrebbero utilizzarle anche come spazio espositivo e di degustazione; o, in collaborazione con il corso di laurea in vitivinicultura della Federico II, realizzarvi una cantina didattica, con laboratori per gli studenti.
Dobbiamo tendere verso le professionalizzazioni sia dei nostri giovani non laureati che di quei ragazzi laureati che, purtroppo, sono sempre più costretti a lasciare il nostro territorio. A favore di questi, sarà importante proporsi ai poli universitari, al sistema scolastico, alle associazioni professionali ed a quelle economico e sindacali, per creare con essi l’adeguato contesto che possa far emergere capacità imprenditoriali, non individuali, ma in ambienti che rappresentino già reti, al fine di supportare lo sviluppo e la crescita.
PIANO STRATEGICO E SVILUPPO
E già comincia a profilarsi, al di là di un crono programma di breve o medio periodo il progetto verso la cui realizzazione orientare i nostri obbiettivi futuri anche oltre il limite dell’intero ciclo amministrativo. Mi riferisco al Piano Strategico la cui elaborazione sta per essere completata da una equipe di grande livello ed esperienza che in questi mesi si è confrontata con tutti i possibili attori raccogliendo proposte e utili suggerimenti. La fase successiva sarà la condivisione e l’arricchimento del piano strategico innanzitutto con le forze politiche e sindacali; ma, poi, con tutti i possibili portatori di interesse. Le analisi preliminari già forniscono utili indirizzi.
In riferimento ai dati economico-sociali relativi ai primi sei mesi del 2014 ed alle naturali vocazione della nostra terra, appare evidente che è giunto il momento di prendere consapevolezza che Avellino deve assumere ufficialmente il ruolo di “porta d’ingresso dell’area rurale” della Campania.
Perciò dobbiamo porci, nei confronti del resto del territorio regionale, non in antitesi bensì come una componente strategica – al pari delle aree costiere – che pone la Campania stessa al centro degli interessi turistici, di business legati ai prodotti eno-gastronomici, nonché alla fruizione dei nostri luoghi e della nostra cultura.
Sulla base di tale visione diventa necessario innanzitutto creare le giuste condizioni di contesto affinché creatività, professionalizzazioni e/o imprenditorialità possano emergere, grazie anche alle Università e Centri di Ricerca campani, in un’ottica sistemica e sostenibile al fine di rendere sempre più idiosincratiche le nostre peculiarità sia in un’ottica competitiva che cooperativa.
Inoltre, è nostro dovere contribuire a creare le condizioni in base alle quali i nostri giovani, dopo aver sviluppato significative esperienze lontano dal nostro territorio, percepiscano questo ultimo come un attrattore delle loro esperienze in cui contestualizzare le “buone pratiche” studiate, vissute ed apprezzate.
Gli sforzi dell’intera classe politica, diretta espressione della volontà democratica dei cittadini, devono essere assolutamente protesi verso un inesorabile recupero dell’immagine delle istituzioni al fine di far riemergere i valori di comunità caratteristici di una società avellinese che non solo apprezza il proprio territorio ma se ne sente attore attivo e custode esemplare.
Come vedete di lavoro da fare ce n’è tanto, e nei vari settori amministrativi.
Resto convinto però che un contributo importante debba venire da quest’aula consiliare. Le critiche sono giuste, quando sono anche costruttive e propongono soluzioni ai problemi in campo. Le polemiche sterili e strumentali riportate fuori da questa assise – spesso enfatizzate dai media – sono da evitare perché afferiscono a vecchie pratiche pseudo politiche che hanno ridotto la nostra città in questo stato.
Ognuno di noi ha il dovere e la responsabilità di contribuire alla ripresa di Avellino. La politica farà il suo corso nelle segreterie dei partiti, ma qui, in quest’aula consiliare, noi, tutti, siamo chiamati ad amministrare per il bene della nostra città.
A voi consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, rivolgo un invito: per me che oggi sono a capo di questa amministrazione conta molto il vostro parere, quel confronto costruttivo che porta alla risoluzione delle questioni che riguardano tutti.
Mai come in questo particolare momento storico e politico per il nostro Paese – e di riflesso per la nostra città – è necessaria una collaborazione che superi gli steccati politici, che abbatta divisioni strumentali frutto di incomprensioni e di mancati chiarimenti. Mi appello pertanto al vostro senso di responsabilità, alla vostra sensibilità, all’esperienza che ognuno di voi ha maturato in questo Consiglio comunale e fuori: riportiamo la nostra attenzione sui problemi scottanti della gente, sui disagi e sulle difficoltà vissute dai nostri cittadini, ma consegniamo loro un rinnovato impegno per la comunità.
Mi auguro, quindi, che anche il lavoro che saranno chiamate a fare le commissioni consiliari possa continuare in un’ottica propositiva e di stimolo per gli obiettivi che questa amministrazione è chiamata a realizzare.
Abbiamo chiesto ai cittadini dei sacrifici inevitabili viste anche le indicazioni della Corte dei conti. Abbiamo evitato quel dissesto che avrebbe compromesso lo sviluppo della nostra città nei prossimi anni. Lo abbiamo fatto convinti che una via d’uscita è possibile e praticabile. Oggi siamo chiamati, responsabilmente, ognuno per le proprie competenze e per i ruoli che i cittadini ci hanno affidato, a fare la nostra parte, a dare il nostro contributo. Per il bene e per la crescita di Avellino.