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Assolto per infermità mentale, uccise e mangiò la madre

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Assolto per infermità mentale, uccise e mangiò la madre

Lino Renzi è stato assolto per infermità mentale, uccise la madre nel luglio del 2013 e mangiò i resti del cadavere

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Uccise la madre settantenne, Maria Pia Guariglia il 22 luglio del 2013, poi la fece a pezzi con una sega e tentò di cucinare e mangiare il cadavere. I resti del corpo furono ritrovati in una pentola e altri sparsi in una griglia posizionata sulla cucina.

La tragedia accadde a Torrione, nel Salernitano, precisamente in via Martuscelli.

Lino Renzi, 48 anni, è tuttora considerato pericoloso e si trova nella casa di cura per infermi mentali di Aversa, dove sembra essersi ben integrato con gli altri pazienti, tanto da svolgere anche piccoli lavori e aiutare nelle pulizie.

Assolto per infermità mentaleL’uomo è stato assolto dall’accusa di omicidio e cannibalismo per infermità mentale. Tuttavia i test psichiatrici Cpm di Raven dimostrano che l’omicida possiede un quoziente intellettivo nella norma.

Dalla perizia dello scorso aprile a cura del neuropsichiatra Antonello Crisci, invece, emerge come l’uomo avrebbe chiesto alla madre di chiamare un esorcista perché vittima di magia nera che lo spingeva ad uccidere le persone.

Renzi, ha parlato, inoltre, in un altro racconto, di una navicella spaziale che gli permetteva di viaggiare nel tempo dal 300 al 2050.

Il legale dell’uomo, l’avvocato Paolo Corsaro, aveva chiesto, per il suo assistito, il rito abbreviato.

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Renata Sessa, ha dichiarato assolto l’uomo per vizio totale di mente ma ha disposto che dovrà essere ricollocato in una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, nell’Avellinese.

L’uomo è stato quindi assolto perché incapace di intendere e di volere e non affronterà nessuna pena ma proseguirà il suo ricovero in una struttura sanitaria specializzata a causa della sua pericolosità sociale.

Egli, quindi, è stato assolto ma non tornerà libero, potrà però aspirare all’eredità che sarà comunque custodita da un tutore.

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