8 aprile 2015
Arechi, la stagione 86/87 fu un’annata anonima per la Salernitana, che chiuse il Campionato con 31 punti, appena 3 in più della zona retrocessione; ma ha in sé due date importanti per la storia granata
[ads1] Se il 14 aprile 1987 venne eletto Presidente il compianto Giuseppe Soglia, il 1° settembre del 1986 l’allora sindaco di Salerno Michele Scozia, democristiano, firmò la convenzione per la costruzione dell’attuale Stadio Arechi con la Sicoap di Napoli, su progetto degli architetti Della Monica e Spezzaferri. La città viveva un’epoca di grande fermento, nel 1987 divenne sindaco il socialista Vincenzo Giordano e per Salerno si prospettava la stagione delle grandi opere; tra queste, rientrava anche il nuovo stadio, che avrebbe sostituito il vecchio e glorioso “Donato Vestuti” e che sarebbe sorto in località San Leonardo, proprio davanti al mare. Lo storico stadio di Piazza Casalbore chiuse i battenti con l’ultima partita del campionato 89/90, contro il Taranto, che sancì un’indimenticabile promozione in serie B dopo venticinque anni.
Per costruire il nuovo stadio si lavora anche la notte. Domenica 8 settembre 1990 la data del debutto: struttura moderna sulla litoranea, disposta su due livelli e senza pista di atletica, capace di contenere ben 45.000 spettatori. Per l’esordio, l’accesso era consentito solo a tribuna e distinti, le curve videro luce solo a metà campionato, ma la tifoseria granata rispose alla grande: 22.000 presenze, di cui circa 10.000 abbonati. La partita contro il Padova finì 0 a 0, senza grandi emozioni.
Il nome “Arechi” venne scelto solo il 25 febbraio dalla Commissione Toonomastica; il Principe Longobardo, che si trasferì a Salerno nell’VIII secolo e contribuì allo sviluppo culturale, commerciale e urbanistico della città, la spuntò su “Valese”, “Viani”, “Del Mare” e “Tirreno”. La prima partita ospitata dal neo-battezzato stadio fu il derby con l’Avellino del 3 marzo, che terminò 1 a 1 grazie all’autorete di Lombardo per l’Avellino e di Ceramicola per i granata.
Il Principe degli stadi si presentò fin da subito come un gioiellino di architettura, moderno ed efficiente. Ad inaugurarlo fu nientedimeno che la Nazionale Azzurra, che il 1° maggio calcò il prato dell’Arechi per sfidare l’Ungheria in una gara valevole per le qualificazioni agli Europei. L’Italia si impose per 3 a 1 con la doppietta di Donadoni, la rete di Vialli e di Bognar per i magiari. Quell’anno iniziò una lunga storia d’amore che dura da 25 anni e che ha vissuto di commoventi amarezze e di grandissime gioie; queste ultime, ci auguriamo, di viverle prossimamente… [ads2]