Architettura sostenibile e valutazioni LCA
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Il tema della “sostenibilità” nell’edilizia di nuova costruzione, nella complessa dialettica tra soluzioni tecniche sostenibili e forma dell’architettura, risulta ancora oggi privo di una sua definizione univoca.
Negli ultimi venti anni si sono profilate molte scuole di pensiero, definite e strutturate a livello sia nazionale che internazionale, sono stati stilati protocolli di certificazione energetica e ambientale per gli edifici, tra cui i più importanti indiscutibilmente sono: il LEED, Casaclima, Itaca e Passivhaus.
Dal concetto dunque di casa passiva, allo studio dei cicli solari a quelli dei venti predominanti, e ancora passando dal concetto di massa, inerzia termica e ventilazione naturale alla possibilità di ricavare energia da fonti rinnovabili, anche il concetto di spazio e luce sta lentamente cambiando in funzione di molteplici condizioni al contorno.
Il significato di sostenibilità, seppure in continua rivisitazione, deve passare necessariamente attraverso un sapiente e ragionato uso delle risorse, dei nuovi materiali, ma soprattutto, inevitabilmente, anche attraverso una valutazione attenta del ciclo di vita dei materiali che compongono l’edificio. Parlare di sostenibilità è quindi impensabile senza una ragionata riflessione sulla nascita, vita e dismissione dei componenti edili.
Un approccio tradizionale al progetto non può più bastare.
Per questo si è fatto strada sempre di più il concetto di riciclo e reversibilità, il quale fino a oggi non è stato totalmente estraneo al mondo delle costruzioni, soprattutto nelle sfere più alte della progettazione. Basti ricordare il Christus Pavillon progettato da Volkin Marg e Meninard Von Gerkan per l’Expo di Hannover del 2000, smontato e rimontato l’anno seguente per la realizzazione del monastero di Volknroda, oppure il Padiglione itinerante IBM di Renzo Piano.
Questo tipo di progettazione, che prende il nome di design for deconstruction, si articola intorno all’obiettivo principale di ridurre, alla fine della vita utile dell’edificio, l’impatto ambientale legato alla demolizione, aumentando il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali.
Sulla base di tali problematiche si profila, come strumento di progettazione, il metodo LCA (Life Cycle Assessment) che oggi risulta decisamente più evoluto e oggettivo rispetto agli schemi “a punti” già consolidati o ad altre tipologie di certificazione energetica. In quanto metodo di analisi sistemica, quantifica e valuta tutti gli impatti ambientali di un prodotto durante tutto il suo ciclo di vita, dalla culla alla tomba (from cradle to grave), attraverso la quantificazione dei flussi di materia ed energia. Ogni studio fa inoltre riferimento a un arco di vita completo del componente o prodotto: estrazione, trattamento delle materie prime, fabbricazione, trasporto, distribuzione, uso, riuso, riciclo e smaltimento finale, operando delle valutazione in base a degli indici prestabiliti: massa, energia, emissioni di CO2, acidificazione, etc.
Ai materiali e componenti edili viene attribuito un ruolo sostanziale rispetto all’inquinamento atmosferico e del sottosuolo. L’estrazione infatti di materie prime è responsabile della diminuzione delle risorse, così come la produzione e il trasporto di prodotti edili determina elevati consumi di energia e genera un enorme quantitativo di emissioni nell’atmosfera. I rifiuti edili invece generano troppo spesso problemi d’inquinamento del suolo in maniera irreversibile. Oltre al ruolo determinato dagli impatti ambientali nella fase produttiva dei materiali edili, va anche valutato necessariamente quello determinato nella fase d’uso degli edifici.
Per questo il metodo di valutazione ambientale LCA può essere esteso ai fabbricati, consentendo di mettere in evidenza gli impatti ambientali generati lungo tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti edili, in modo da poter porre a paragone le diverse fasi e verificare quali siano gli impatti reali dell’intero fabbricato.
Con l’obiettivo di produrre gli strumenti necessari e una banca dati accreditata e affidabile esclusivamente per l’Italia per le valutazioni LCA, nell’ottica di una progettazione più evoluta e ambiziosa, nel mese di ottobre 2012 è stato firmato tra ITACA e Federcostruzioni l’accordo che ha avviato finalmente il processo di sviluppo di un sistema di certificazione EPD (Environmental Product Declaration) nazionale, interamente dedicato ai prodotti per l’edilizia, fondamento di una sana progettazione ambientale per gli edifici su basi LCA.
Il futuro sta arrivando.
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