Stamattina è stato presentato all’UNISA il libro Appello ai meridionali ed altri scritti di Guido Dorso, l’intellettuale avellinese che auspicava la creazione di un’élite al fianco del Sud contadino
[ads1] Il 2 dicembre 1924 Piero Gobetti pubblicava su «La Rivoluzione Liberale» Appello ai meridionali, scritto da Guido Dorso e sottoscritto da altri tredici meridionalisti.
Questa pubblicazione fu soltanto il primo frutto dell’intreccio e della collaborazione tra Pietro Gobetti e l’intellettuale avellinese. A distanza di novant’anni, l’Appello ai meridionali viene per la prima volta pubblicato in un volume autonomo, nella «collana Gobettiana» fondata e diretta da Pietro Polito, direttore del Centro studi Piero Gobetti.
Stamattina, presso l’Aula Imbucci dell’Università degli Studi di Salerno, si è tenuta la presentazione del volume alla presenza del curatore, Raffaele Molisse.
Una curatela precisa, questo uno dei meriti del giovane Molisse, che tiene conto sia della versione dell’Appello così come comparve su «La Rivoluzione Liberale», sia del manoscritto originale di Dorso, conservato presso il Centro studi «Guido Dorso» di Avellino.
Dopo i saluti di Vincenzo Cocco, Presidente del Corso di Laurea in Filosofia, sono intervenuti Pietro Polito, Direttore del Centro Studi Piero Gobetti, Paolo Ricci, Università degli Studi del Sannio, Elisa Dorso. Ha moderato la presentazione Francesco Saverio Festa, Università degli Studi di Salerno.
La presentazione odierna, inoltre, costituisce la prima iniziativa ufficiale promossa ed organizzata da “Koinè”, Associazione studentesca di filosofia. La scelta dell’evento non è casuale dato che tra gli elementi portanti di questa nuova realtà associativa vi è la ferma convinzione “della politicità intrinseca ad ogni pensiero filosofico”. Promuovere e favorire il valore della partecipazione politica è un’aspirazione tutt’altro che estranea alla prospettiva dorsiana.
“Le più grandi rivoluzioni si operano, prima ancora che nei fatti, nel campo delle idee”.
Trasformismo, elitismo democratico, rivoluzione, questione meridionale, riformismo, questi i temi centrali discussi stamattina, nel corso dell’incontro. L’esigenza è stata quella di lasciar parlare Dorso stesso, sottolineando quanto l’Appello non abbia bisogno di nuove traduzioni, bensì di nuovi interlocutori. Ribadita con veemenza la modernità del pensiero di un intellettuale che, fin dalle primissime righe del testo, presenta la questione meridionale come “ardente”, “scottante” e propugna la necessità di una rivoluzione che sia in grado “di dare coscienza agli umili e trasformarli da oggetto inconsapevole del vecchio baratto trasformistico, in soggetto della nuova politica autonomista”.
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