La firma autorevole de “Il Foglio” Annalena Benini, racconta come si va alla scoperta del fuoco che divampa in ogni scrittore, che si accende in lui e che supera persino le vicende della sua vita, seppur di vita si nutre
Annalena Benini, firma de “Il Foglio”, è stata ospite oggi per l’ottava giornata di Salerno Letteratura ed ha parlato del suo libro in cui intervista dieci scrittori, dal titolo “La scrittura o la vita”.
Il suo scopo è stato indagare, quasi in modo maieutico, le motivazioni che li hanno spinti a scrivere. Gli autori da lei intervistati sono tutti accomunati da una disciplina che si impongono nel produrre arte, sdoganando lo stereotipo del genio e sregolatezza.
“Volevo capire se ci fosse un destino, qualcosa più forte di loro che li costringesse a scrivere” ha affermato, definendo la scrittura come un padrone della vita “spietato, ma anche seducente”.
La vita e la scrittura si compenetrano, costituiscono un equilibrio perchè si alimentano l’una dell’altra ed ognuno sviluppa proprie modalità di farle coesistere.
Ad Annalena Benini interessa soprattutto conoscere la scoperta della propria vocazione, l’ambizione che deve essere quasi eticamente obbligatoria -ovvero quella di ispirarsi ai più grandi- ma anche misurarsi quotidianamente con la possibilità del fallimento.
Secondo l’autrice scrittori si nasce anche se, purtroppo, non fa guadagnare molto, per cui bisogna reinventarsi anche in altre professioni. Ma, a dispetto delle avversità, il fuoco divampa sempre in coloro che sono pronti a mantenerlo acceso.