Si mantiene alta l’attenzione delle istituzioni sul trasferimento dell’azienda agroalimentare Princes di Angri. A prendere la parola è il sindaco Cosimo Ferraioli
Chiusura della sede amministrativa di Angri e trasferimento dei lavoratori a Foggia: la vicenda che coinvolge 55 dipendenti dell’azienda agroalimentare Princes di Angri sta smuovendo istituzioni e sindacati. Solo qualche giorno fa il sindaco Cosimo Ferraioli e la Cisal avevano indetto un incontro con l’azienda ed i dipendenti tutti – tenutosi alla Casa del Cittadino in piazza Doria -, che ha visto la presenza, tra gli altri, di Piero De Luca e dell’on. Luisa Angrisani. Il dibattito, mirato a comprendere le motivazioni di tale decisione e a cercare una mediazione per evitare il trasferimento, si è concluso senza un’effettiva risoluzione del problema, nonostante la disponibilità manifestata dalle istituzioni.
È proprio il Primo Cittadino a prendere ora nuovamente la parola ai microfoni di RadioAlfa per chiedere all’azienda di trovare possibili soluzioni alternative. Il trasferimento rappresenterebbe infatti un importante disagio per le 55 famiglie dei dipendenti coinvolti.
“Chiedere a 55 persone, che effettuano attività impiegatizia, di trasferirsi ad oltre 150km di distanza contro la propria volontà resta un’azione molto forte. Per molti, infatti, non trasferirsi significherebbe perdere il posto di lavoro. Il ruolo del Comune in questa vicenda è naturalmente marginale, perché non ha competenze – afferma Ferraioli – , ma ciò non toglie che il sindaco possa far valere in qualunque sede i diritti dei propri concittadini, tra cui il diritto a poter operare nel luogo in cui si vive.”
L’aspetto che il Primo Cittadino sottolinea è la natura non produttiva dello stabilimento, che non rappresenta quindi un vincolo geografico.
“Considerando che si tratta di una proposta che arriva da un’azienda che è rappresentante di una multinazionale con sede in Giappone, sede operativa in Inghilterra e stabilimenti in Italia, sembra assurdo che non ci sia una soluzione di natura tecnologica che consenta a questi lavoratori di continuare ad operare da Angri. Poiché questi dipendenti svolgono un lavoro di natura impiegatizia e non c’è produzione nello stabilimento di Angri, non c’è alcun legame con la produzione ma esistono solo legami di natura amministrativa.”
L’invito del sindaco è infine quello di prendere in considerazione la proposta avanzata dal Comune: “Noi ci rendiamo disponibili a mettere eventualmente a disposizione dell’azienda i beni sequestrati alla camorra, con dei costi di fitto concordati, al fine di consentire la conservazione dei posti di lavoro. L’azienda Princes ha se non altro il dovere di valutare questa proposta, che dal punto di vista sociale aiuterebbe la stessa a conservare un sito nel luogo in cui è nata l’industria conserviera.”