S’accende sui social network una diatriba politica ad Angri. Il Sindaco Ferraioli si difende dalle accuse mosse dal consigliere D’Auria
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Si è accesa una vera e propria diatriba a Angri che vede protagonisti il consigliere comunale Domenico D’Auria e il Primo Cittadino Cosimo Ferraioli. Una dichiarazione “galeotta”, pubblicata attraverso Facebook, che vede una dichiarazione del consigliere comunale circa tre presunti procedimenti penali che vedono indagato il Sindaco Ferraioli.
Alla vista delle parole di D’Auria, non si fa attendere la risposta di Ferraioli, che fa luce sulla questione: «Caro consigliere D’Auria se quanto fatto finora dall’amministrazione che rappresento è illegale sporgi denuncia in Procura e non su Facebook. La differenza è di sostanza: l’ex sindaco Mauri fu indagato perché, come tu ben sai, aveva fatto assumere il figlio alla Soget, società alla quale il Comune aveva affidato senza bando di gara, quindi illegalmente, l’accertamento di Ici e Tarsu. Come confermato dalla Corte dei Conti dalla quale si attende l’esito degli accertamenti per presunto danno erariale contro la tua ex giunta».
«Chiesi – continua Ferraioli – le dimissioni dell’ex sindaco indagato per corruzione poi assolto perché mancava la prova evidente del fatto. Nel mio caso, invece, appena eletto ho dichiarato che non sussistevano cause di incompatibilità, perché non ero stato nominato ma eletto e non con incarico ma vincitore di concorso pubblico. L’incompatibilità si sarebbe configurata se il sindaco Pentangelo mi avesse rinnovato l’incarico di capo dell’ufficio tecnico al quale ho rinunciato. Ti ricordo che la legge sull’incompatibilità è del 2013 e non è retroattiva».
«Per inciso – conclude il Sindaco – l’iscrizione nel registro degli indagati può anche non essere seguita da un avviso di garanzia, come è già accaduto per l’ex sindaco Mauri con la vicenda cimitero denunciata a Piazzapulita, dove siamo stati bollati come paese da terzo mondo. Finora nessun avviso mi è stato recapitato. Per inciso rifarei tutte le battaglie politiche di questi anni perché si basavano su documenti reali e fatti oggettivi».
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