In Campania le imprese del comparto edile guidate da donne sono 6.345, il numero più elevato si registra nelle province di Napoli (3.078) e Caserta (1.373). Nel Salernitano sono circa 1.200. Il presidente di Ance Lombardi: «È un ottimo segnale ma restano le gravi problematiche di tutta la filiera»
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Le imprese femminili in Campania – nel comparto delle costruzioni – sono 6.345 ed incidono per il 4,8% sul totale delle imprese “rosa” presenti sul territorio regionale. La Campania – che guida la graduatoria delle regioni Obiettivo sia per tasso di incidenza che in termini numerici – è seguita da Sicilia (4.542 imprese), Puglia (3.074, 3,6%), Calabria (1.741). Campania, Sicilia e Calabria (non la Puglia) possono vantare un tasso di incidenza superiore alla media-Italia (3,94%). I dati sono stati elaborati dal Centro Studi Ance Salerno sulla base dell’analisi realizzata dall’Osservatorio Imprenditoria Femminile di Unioncamere.
«È indubbio che la presenza di aziende a guida femminile nel settore delle costruzioni con tassi di incidenza superiori alla media nazionale – evidenzia il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi – rappresenti un segnale molto importante. Va, in ogni caso, considerato che in questi numeri rientra quasi certamente una buona fetta di ricorso all’auto/imprenditorialità in una regione dove il problema della disoccupazione femminile è molto grave. Occorre sempre ricordare – continua Lombardi – che anche di fronte ai fermenti positivi emersi da questi numeri, restano le condizioni alquanto difficili in cui è stata abbandonata tutta la filiera dell’edilizia. Senza la ripartenza effettiva degli investimenti e l’apertura concreta di nuovi cantieri – ha concluso Lombardi – non sarà possibile venire fuori da quella che resta ancora la più grave crisi del dopoguerra italiano».
L’analisi dei dati riferiti a tutti i comparti produttivi in Campania rimarca che sotto il profilo del tasso di “femminilizzazione” (percentuale di incidenza delle imprese guidate da donne rispetto al numero complessivo di aziende iscritte nei registri camerali), la provincia di Benevento (con il 30,49%) continua a conservare il primato a livello nazionale, mentre quella di Salerno con il 23,28% si conferma al di sopra della media-Italia (21,55%). Sopra il 30 per cento (30,15%) anche la provincia di Avellino, mentre Caserta con il 24,63% precede Salerno. Dinamiche più contenute, infine, in provincia di Napoli (20,33%). Se si considera, invece, complessivamente il territorio regionale, la Campania risulta al terzo posto in termini assoluti con 130.099 imprese femminili registrate ed un tasso di femminilizzazione pari al 23,03%, superiore alla media-Italia del 21,55%. Precedono la Campania per numeri assoluti soltanto la Lombardia (172.817 imprese, ma con un tasso di femminilizzazione del 18,20%) ed il Lazio con 136.731 aziende (21,75%).
Le imprese femminili consolidano i loro asset strutturali ed organizzativi e conquistano posizioni rilevanti rispetto alla media in alcuni settori specifici come quelli dei servizi alla persona (49,8%), della sanità e dell’assistenza sociale (38,30%), dell’istruzione (29,5%) e, ancora, nell’agroalimentare e nel turismo.
Nella filiera turistica rosa le donne imprenditrici gestiscono soprattutto bar e ristoranti che costituiscono quasi il 60% del comparto. Su 143.256 aziende a guida femminile che operano nel turismo ben tre su quattro si occupano di ristorazione vale a dire 105.376 imprese (il 28,7% del totale delle aziende del comparto) e di queste la metà sono costituite da bar (53.196 unità), mentre il 29,9% da ristoranti (31.474) seguite, per numerosità, dai “take away” (10.031).
Il secondo comparto del turismo più “popolato” è costituito dall’ospitalità che con 16.241 imprese pesa l’11,3%. Le donne in questo caso sono al comando soprattutto di alberghi (8.722 unità) e di strutture extralberghiere con 6.232 imprese femminili tra affittacamere, case, appartamenti, B&B, residence.
Terzo per numerosità di imprese, in totale 6.607, ma primo per tasso di femminilizzazione, pari al 37,5% sul complesso delle relative aziende, è invece il comparto dei servizi di intermediazione turistica. Più in particolare l’incidenza delle donne raggiunge punte elevate nei servizi di guide e accompagnatori turistici (il 52,9% delle complessive 737 aziende) e nelle agenzie di viaggio (il 42,6% delle 5.804 imprese totali).
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