Amarante: il vino di Ulisse. Siamo sempre più globali e indistinti, dentro di noi si fa strada il desiderio del particolare, dell’unico
[ads2]Si diffonde la voglia di radici, la ricerca di memorie e tradizioni a fronte della standardizzazione che porta inevitabilmente al livellamento del gusto, e la profonda convinzione che il prodotto tipico si collochi in un’importante nicchia di mercato e costituisca lo strumento più immediato di promozione del territorio.
In un sorso di vino cilentano si sottende un augurio al piacere, all’abbandono, alla scoperta, al godersi l’attimo, è un trascinare la mente verso un istante di puro piacere, è un cogliere i profumi di una natura incontaminata, che ci riporta tra odori familiari, in campi appena arati, baciati dal sole.
Nel Cilento l’orologio ha un senso orientativo e non maniacale, dunque le bottiglie si apriranno dopo che il sole si è tuffato nel mare di Ulisse, quando inizierà il fresco e ci saranno gli amici di sempre, frequentatori di questo faro del gusto.
Ad Acciaroli, abitano Paola ed Erminio Petillo che hanno dato vita all’Azienda Agricola Campomare, nata circa 10 anni fa dal desiderio di vedere rivivere le tradizioni contadine del Cilento e «Per dare un senso di radice alla famiglia» dice il dr. Petillo «Perché mia moglie e io abbiamo fatto credo, 10 traslochi a causa del mio lavoro, finché le mie figlie non hanno compiuto l’età di 16 anni».
L’azienda si compone di quattro fondi, denominati Periello, Lago, San Donato e Mezzatorre, per un’estensione complessiva di 18 ettari.
Il fondo Periello si estende sulle colline a sud-ovest di Acciaroli ed è dedicato alla produzione di vino aglianico DOP, denominato “Amarante” di colore rosso rubino granato, dal profumo fragrante, con sentore di fragola e di lampone, e dal sapore asciutto, sapido, armonico. La sua vite è coltivata su un terreno calcareo, a ridosso di un mare cristallino, che conferisce al prodotto un aroma unico e inconfondibile.
La vigna è relativamente giovane, infatti il primo impianto è stato realizzato nel 2007 e l’ultimo nel 2012. Il numero di piante di vite è di circa 17.000 unità, da cui si ricavano circa 7500 bottiglie di vino l’anno.
I terrazzamenti su cui viene coltivata la vigna, e che si stendono per circa 2,5 km, sono frutto della realizzazione e del recupero di muri in pietra a secco che corrono lungo tutta la collina.
Sullo stesso fondo è stato creato un gazebo per la vendita di ortaggi, vino e olio.
Il fondo Lago, di dimensioni maggiori, è dedito alla produzione di olio extravergine denominato “Le Monacelle”, alla coltivazione di ortaggi e all’allevamento di animali.
Le olive sono raccolte a mano e molite il giorno stesso, la produzione è di circa 3.000 litri all’anno. Sul fondo Lago sono presenti diversi casolari, di cui uno con colombaia, in corso di ristrutturazione per essere destinati a country house.
I fondi San Donato e Mezzatorre sono dedicati alla coltivazione di piante di olivo, fichi e altre piante da frutta.
L’aumento dell’interesse per la sostenibilità ambientale e sociale ha determinato una crescita esplosiva dei prodotti verdi, limitando il consumismo sfrenato, alla ricerca di un maggior equilibrio uomo-ambiente.
Bisogna promuove un percorso che riporta in primo piano il ruolo che il cibo svolge nella vita degli individui e in tutta l’organizzazione sociale. Tutti hanno diritto al piacere, quindi bisogna difendere le culture, le tradizioni e i saperi che rendono possibile questo piacere.