Adozioni in vicinanza, conseguenza della crisi: cosa sono, a chi servono e come funzionano (in Italia)
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Forse non lo sai, ma ad aver bisogno delle tue attenzioni non sono più soltanto i bambini del Terzo Mondo. Ultimamente, anche in Italia (e specialmente al Sud) è cresciuto in maniera esponenziale il numero di famiglie che non hanno un budget sufficiente a garantire beni di prima necessità ai propri piccoli.
È nata così, già nel 2013, l’idea delle “adozioni in vicinanza”, che possono sgravare tante giovani (e meno giovani) coppie da alcune delle troppe preoccupazioni per il futuro dei propri figli. L’adozione in vicinanza (contrapposta alla meglio nota “adozione a distanza”) è una forma di solidarietà grazie alla quale, con un contributo mensile, si può adottare un bambino italiano disagiato, pagandogli la retta dell’asilo nido, i giocattoli, i libri o addirittura le pappe e i pannolini. Spese necessarie, alle quali molte famiglie non riescono più a fare fronte.
Secondo Save the Children, in Italia sta crescendo drasticamente la povertà minorile (1 milione e mezzo di minori vive in povertà assoluta, quasi 2.400.000 in povertà relativa). E i dati abbondano in particolare nel Mezzogiorno. Da qui le tante iniziative di associazioni impegnate nelle adozioni di bambini, ma anche di donne vittime di violenza, di madri single o famiglie in situazione di disagio economico.
Attraverso il sito www.adozioninvicinanza.it si può scegliere di aderire al progetto supportando associazioni come la Fondazione “aiutare i bambini” e Mission Bambini, oppure si può scegliere di rivolgersi ad altri siti che offrono lo stesso servizio (www.aiutareibambini.it). Mission Bambini ha attivato, ad esempio, le adozioni in vicinanza anche in alcuni asili nido e spazi gioco sparsi per l’Italia, e per 15 euro al mese è possibile supportare un intero gruppo di bambini.
La Fondazione “aiutare i bambini”, pioniera del progetto, ha lanciato a giugno dello scorso anno un’iniziativa che ha raccolto già 500 donatori.
Ma attenzione! In Italia, come spiegano gli esperti, per questione di privacy non è possibile adottare un singolo bambino, come accade per il sostegno a distanza. In questa forma di solidarietà ‘in vicinanza’ si può contribuire al finanziamento di un progetto, ad esempio quello sugli asili nido, e al donatore saranno date informazioni sulla struttura e sulle sue attività.
Oggi, purtroppo, per promuovere la solidarietà basta uscire dalla porta di casa. E tu, adotterai?
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