Sono trascorsi 14 anni, ma per chi ama la Salernitana sembrano solo pochi giorni. Il 24 maggio per i salernitani non è una data come tutte le altre. In questo giorno del lontano 1999 persero la vita quattro tifosi di ritorno dalla disgraziata trasferta di Piacenza: Ciro Alfieri, Enzo Lioi, Peppe Diodato e Simone Vitale erano quattro ragazzi giovanissimi morti per l’assurda follia di dar fuoco al convoglio che li stava riportando a casa da un viaggio infernale. Già, si trattò di una vera e propria odissea, con quella carovana che trasportava oltre mille supporters granata, giunti a Salerno la mattina del 24 maggio, dopo la partita del giorno prima a Piacenza che sancì la retrocessione in B della Salernitana.
Chi scrive ha un ricordo indelebile di quella mattinata. Era ancora un ragazzino di 12 anni a cui i genitori avevano vietato di seguire la propria squadra del cuore nella gara in cui si giocava un’intera stagione e forse anche il futuro. Quel divieto, a quel ragazzino “malato” di Salernitana, appariva inspiegabile, ma aveva i crismi di un triste presagio. Quella mattina il giovane andò a scuola con il cuore colmo di amarezza e di rimpianto per quanto visto e sofferto in tv il giorno prima, e discuteva tra i banchi con i propri amichetti del “ciò che poteva essere ma non era stato”. Ma il peggio doveva ancora arrivare. All’uscita, la madre gli raccontò quanto era successo in quella maledettissima galleria di Santa Lucia e cosa stesse ancora accadendo in quei concitati minuti alla stazione di Salerno. Tornato a casa, il giovane accese la tv e, alla visione della coltre di fumo nero, del vagone carbonizzato e dei ragazzi che si affrettavano a mettersi in salvo, scoppiò a piangere. In seguito i genitori provarono vanamente ad allontanarlo dal calcio e dalla sua amata Salernitana, ma da quel tristissimo 24 maggio 1999 quel giovane tifoso non ha più vissuto l’amore per la propria squadra del cuore allo stesso modo.
Quel giorno ha cambiato molte cose, sia per la Salernitana che per i suoi tifosi. Non si può morire per una passione, per un ideale. Ecco perché per i salernitani il 24 maggio non sarà mai un giorno come gli altri, ma una data da ricordare per non vivere mai più una simile tragedia.