Nella mattinata di ieri, presso l’Aula Imbucci del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Salerno, si è tenuto l’incontro con padre Alex Zanotelli
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Ospite d’eccezione nella mattinata di ieri presso l’Università degli Studi di Salerno; ad intrattenere gli studenti del campus salernitano ci ha pensato padre Alex Zanotelli, religioso, presbitero e missionario italiano, facente parte della comunità missionaria dei Comboniani.
Dopo una vita dedicata alla missione e trascorsa a contatto con numerose realtà del continente africano (dal 1965 al 1973 è stato impegnato nel Sudan meridionale martoriato dalla guerra civile, dal 1989 nella complessa baraccopoli di Korogocho nei pressi di Nairobi), Alex Zanotelli ha fatto ritorno in Italia e continua a perorare la sua nobile causa nel rione Sanità di Napoli, in una piccola casa ricavata dal campanile della chiesa del quartiere.
Il resoconto dell’incontro
Ad aprire la conferenza di Padre Alex Zanotelli ci ha pensato il professor Armando Lamberti che ha portato i saluti del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Salerno, Aurelio Tommasetti ed ha poi preso attivamente parte ai lavori entrando nel merito delle disquisizioni sollevate dall’ospite di giornata.
Zanotelli ha, dunque, esordito ringraziando l’Università degli Studi di Salerno per l’invito e la volontà di progettare giornate di sensibilizzazione verso certe tematiche che, nel mondo di oggi, per qualche motivo vengono costantemente osteggiate e messe al bando.
Riportiamo, di seguito, un estratto del suo intervento:
“Viviamo un momento estremamente difficile, ritengo che l’umanità non sia mai arrivata ad un momento tanto topico come questo soprattutto perché per la prima volta è in ballo il futuro del concetto di homo sapiens su questo pianeta.
Ci sono problematiche molto serie che attanagliano la vita dell’essere umano, la cattiva distribuzione delle risorse è senza dubbio una di queste. L’1% della popolazione globale ha molto più del 99% della stessa, la ricchezza è mal distribuita e tutto gira attorno ad un sistema economico-finanziario sempre più militarizzato.
I poveri non si ribellano a questo status quo perché chi decide ha in mano le armi che costituiscono, da sempre, il potere. Stiamo vivendo una sorta di terza guerra mondiale spezzettata e tutto ciò sta pesando gravemente sul nostro ecosistema che richiede enormi quantità di energia.
C’è poi il problema strettamente collegato a questo discorso sull’ecosistema relativo alle condizioni climatiche e ai danni che stiamo arrecando al nostro pianeta.
Entro il 2050 ci saranno 250 milioni di rifugiati climatici e almeno 50 milioni di africani dovranno scappare dal loro territorio. Il nostro è un sistema che ammazza ed uccide all’interno del quale l’homo sapiens è diventato homo demens”.
Il padre comboniano, sollecitato dall’uditorio, ha poi ampliato lo spettro del suo intervento su altre interessanti tematiche, in relazione all’esperienza pontificia di papa Francesco e al vissuto personale in giro per il mondo:
“Sono i poveri che, nel corso degli anni, mi hanno aiutato a leggere ed interpretare la realtà. Viviamo in un momento storico in cui a regnare è la macroidolatria del mercato totale.
Il neoliberismo è, per sua stessa essenza, peccato mortale poiché esclude necessariamente l’immensa maggioranza dell’umanità.
A dirlo è stato proprio papa Francesco, per quanto qualcuno abbia storto il naso. Al giorno d’oggi il sistema economico-finanziario non produce più valore, bensì lo estrae, precisamente dalle persone e dalla natura.
Si tratta di un costante prelievo dalla natura. E’ l’essenza del financial capitalism, è la scienza stessa a confermarlo: accumulare sotto forma di capitale e potere il massimo valore estraibile dalle persone e dalla natura”.
Sulle possibilità di cambiare rotta, chiarissima la posizione di Zanotelli:
“Bisogna assolutamente cambiare il sistema. Trovo incredibile che i più grandi benefattori dell’umanità siano gli uomini più ricchi del mondo. Ripeto, serve un cambiamento sistemico.
L’analisi di Papa Francesco presso la conferenza episcopale americana è stato un momento altissimo di riflessione. E’ proprio Francesco a suggerire che oggi dobbiamo dire, con tutte le nostre forze, no ad una economia dell’esclusione e del non equo. Questa economia ci sta uccidendo.
Oggi tutto è competitività, il potente divora senza scrupoli il più debole. Tutto è robotizzato e si continua a considerare l’essere umano come un bene di consumo.
L’obiettivo è lavorare insieme per costruire un mondo in cui star bene tutti. Occorre partire dai giovani, sono loro la nostra unica ed ultima speranza.
La generazione successiva alla mia avrà un ruolo decisivo in questo processo, ecco perché non ci resta che aiutare i ragazzi a prendere consapevolezza di ciò che accade intorno a loro. Il sistema li distrae, li vuole poco attenti ed inconsapevoli della piega che sta prendendo il mondo.
Ma noi dobbiamo lottare al loro fianco e suggerir loro di cooperare perché lottando uniti possono fare davvero tanto”.
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