Boom di visite a Paestum nel weekend di Pasqua per la riapertura straordinaria del bellissimo Tempio di Nettuno. Prossima riapertura a maggio
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Per oltre vent’anni il pavimento in travertino del Tempio di Era, che noi conosciamo come il Tempio di Nettuno, non è stato calpestato da piede umano.
Dal lontano 1996, in seguito ad arbitrarie opere di restauro, si è deciso di tenere lontani i visitatori e separarli dal maestoso edificio di culto attraverso un’asettica recinzione in legno.
Una profonda ferita che, dopo anni di attesa, è stata rimarginata.
Il 26 e 27 marzo, in occasione del weekend di Pasqua, il Direttore del Parco Archeologico Zuchtriegel ha infatti aperto le porte del tempio rendendolo finalmente accessibile a chiunque fosse munito di regolare biglietto.
“L’esperienza di entrare in un tempio greco di 2500 anni fa é qualcosa che bisogna condividere con tutti i visitatori – spiega il direttore Zuchtriegel – Il primo giorno che presi servizio sono entrato e ho subito pensato che bisognava attivarsi in tal senso”.
Il Tempio di Nettuno, unico nel suo genere per l’incredibile stabilità strutturale e la conservazione quasi integra dei materiali impiegati, si è presentato in una tutta la sua maestosità ad un’ incredibile e attonita folla di curiosi.
Passeggiando tra le colonne in travertino color oro, sembra di sentire riecheggiare ancora i versi di Goethe, ma anche quelli di Nietzsche, di Virgilio e di tutti quei grandi uomini che hanno varcato la soglia di Paestum lasciandosi inebriare da millenni di storia.
Una storia che affascina i visitatori e incuriosisce gli studiosi, i quali nonostante anni di duro lavoro, possono solo dare possibili interpretazioni della vita ai Templi di Paestum.
“Il Tempio di Nettuno – spiega Gabriel Zuchtriegel – era l’abitazione del Dio forse Zeus o Apollo non è ancora certo. Non era un luogo di riunioni, all’interno si svolgevano le grandi feste con vino e musica all’aperto. Bisogna immaginare inoltre che cosa abbia significato costruire e vivere in edifici di questo tipo all’epoca”.
Ed in effetti, calpestando un pavimento di quasi 2500 anni e mantenendo lo sguardo in alto osservando i capitelli stagliarsi sul cielo di Paestum, tutto ciò possiamo fare è immaginare e riportare in vita nella nostra mente una città un tempo magnifica.
Foto a cura di Federica Crispo
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