Domenica 4 ottobre, ore 18:30, nel Salone “San Nicola” di Coperchia di Pellezzano, sarà presentata la ricerca del Prof. Aversano, già Ordinario di Geografia all’Università di Salerno
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L’opera del Prof. Vincenzo Aversano è dotata di corredo foto-cartografico di D. Carratù, G. Galdi e G. Criscuolo, dal doppio titolo: In memoria di Coperchia giardino dell’anima /e/ Quando eravamo <<persone riconoscibili>> che abitavano <<luoghi>> e condividevano comportamenti.
Si tratta di una pubblicazione finanziata dal Comune di Pellezzano, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Salerno, che sarà distribuita gratuitamente, cominciando dai presenti alla serata.
A fare gli “onori di casa” sarà il Sindaco di Pellezzano, Dott. Giuseppe Pisapia, cui seguiranno gli interventi del Ch.mo Prof. Annibale Elia (Direttore del Dip.S.P.S.C. dell’Univ. di Salerno), della Prof. Silvia Siniscalchi (Responsabile del “Laboratorio di Cartografia e Toponomastica Storica”, al cui interno si è svolto il più del lavoro), del Dott. Francesco Morra (Assessore alla Cultura e Politiche Sociali del Comune) e dell’On. Tommaso Amabile (Presidente della Commissione Cultura della Regione Campania).
La manifestazione, introdotta e coordinata dal Prof. Alfonso Conte, brillante storico dell’Ateneo salernitano, avrà come relatore il ch.mo Prof. Domenico Scafoglio, antropologo di fama internazionale e già Ordinario a Salerno.
Il senso e la finalità del libro, peraltro condivisi in pieno dall’Assessore Morra, ben si colgono nell’Intervento scritto all’inizio del volume dal Primo cittadino: “La cultura identitaria come fonte ispiratrice del “ben operare” amministrativo”, laddove auspica che il tutto valga come “Esempio di un nuovo modo di far cultura”.
Nella sua opera il Prof. Aversano, intende fornire un modello, sia pur parziale nei contenuti (limitati per ora alla toponomastica, ai soprannomi, a sprazzi di tradizione poetica orale e a detti e aforismi popolari), a parte una ricca documentazione fotografica, insieme nostalgica e “ammonente”, e un’insolita Pianta umanistica di Coperchia e dintorni con i toponimi “del cuore”, presente nella custodia della “terza di copertina”.
Iniziando di qui, l’autore intende coinvolgere, per la riscoperta delle “radici”, quasi distrutte dal massacro dei connotati territoriali e della coesione sociale della nostra comunità, tutti i cittadini delle frazioni comunali e soprattutto le scuole e i giovani (a rimorchio della “memoria” degli anziani): obiettivo che solleciterà attraverso un previsto dibattito conclusivo con i presenti, per l’occasione dialogando soprattutto con gli abitanti di Coperchia.
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