Palazzo Crocco nel pieno centro storico di Licusati (frazione di Camerota), è un luogo vivo, abitato dalle eredi dirette, Elena e Pina Crocco, le quali continuano a custodirlo e a proteggerlo dal tempo. Da diversi anni è adibito a B&B, in cui è possibile fare un salto nel passato, assaporare il fascino di un luogo parte integrante della storia del paese e del Cilento
Risale al XV-XVI secolo, di proprietà della famiglia Crocco che ha visto notevoli personaggi come lo scienziato e pioniere dell’aeronautica Gaetano Arturo Crocco (1877-1968), il magistrato e letterato Antonio Crocco (1800-1884) e Augusto Crocco, giornalista e scrittore che scoprì le lettere del Principe San Severo che illustravano scoperte di chimica.
La struttura e lo stile del Palazzo è tipicamente gentilizio, comune a molti edifici presenti sul territorio cilentano dediti all’economia locale. Le tre sorelle Crocco (Elena, Pina e Antonia), ricordano quegli anni e li raccontano con una tale nostalgia che impressionano chi ascolta. La gente del paese entrava e usciva dal palazzo, molti lavoravano per la famiglia Crocco, e ottenevano in cambio materie di prima necessità. Era una grande famiglia, così la percepivano le sorelle, tutti si radunavano intorno a quei lunghi tavoli in un’atmosfera che rendeva così felici le sorelle, momenti che non riescono a dimenticare. Attente a fare del paese una comunità ricca culturalmente e spiritualmente, dati i lori esempi in casa; un nonno che amava studiare e leggere, appassionato di classici che ha lasciato in eredità il palazzo, un padre che educava le figlie a sentirsi autonome mentalmente, una madre di una grande spiritualità.
Pina e Antonia infatti, sono state le grandi guide dell’Azione Cattolica di Licusati, che pullulava di giovani. Tante le attività insieme, l’armonia nel gruppo costituito, la cultura e il confronto. Si stava insieme davvero, all’epoca. Elena Crocco invece, sempre attenta ai bambini, è stata una sensibile maestra di scuola, come una missionaria si è sentita investita dalla sua forte predisposizione a educare, istruire e motivare le nuove generazioni.
Tornate al paese, arricchite da un’intensa vita napoletana, si sono ritrovate immerse in un palazzo che non riconoscevano più. Si sono messe a lavoro e, nel 2011, è partito un progetto di restauro che sta per terminare. L’obiettivo principale è stato recuperare il tetto e le capriate. Elementi architettonici di derivazione primitiva, usati dai Greci, erano composti da due legni obliqui (puntoni), di una trave orizzontale (catena) ai cui estremi si uniscono con intaglio marginali i piedi dei puntoni e di un legno verticale (monaco) contro i cui fianchi s’incastrano le sommità dei puntoni. La capriata del monaco è stata quella che ha richiesto maggiori difficoltà data la sua fondamentale funzione portante e di collegamento, ma che rischiava di essere intaccata dai lavori di restauro.
Adesso il sottotetto ha un aspetto ospitale e rilassante. Si può ritrovare il silenzio e la tranquillità della vita di una volta, dedicandosi a delle letture, a delle chiacchierate accompagnate dal pregiato limoncello di Pina. È un luogo che induce a rilassarsi, a ritrovare se stessi e a confrontarsi con la storia. La storia del Palazzo oggi è molto interessante, perché ci sono Elena e Pina, con cui è possibile interagire come se quel momento storico non si fosse mai fermato. È lì, tra quelle mura, un pezzo della storia quotidiana del paese.
Eppure Licusati, il Comune, il Cilento non sono così presenti come le sorelle. Se non fosse stato per la loro dedizione al Palazzo, cosa sarebbe rimasto? Logica e scontata reazione quelle degli eredi, ma la storia è al servizio di tutti. Non solo mare, spiagge più belle d’Italia, grotte da visitare, turismo estivo, sagre… Camerota ha una storia e i primi a prenderne consapevolezza devono essere gli stessi compaesani, l’Amministrazione, e poi il turista. Chi intende visitare questi luoghi deve tornare arricchito e gratificato su più aspetti. I paesi intorno Marina di Camerota meritano più cura, perché la forma bella crea appagamento a chi guarda, a chi passeggia, a chi gusta un caffè.
Palazzo Crocco è un gioiello in mezzo a tanto disordine, disattenzione, snobismo. Le nuove generazioni non mostrano interesse, perché? La trasmissione della storia e delle tradizioni non avviene sempre in maniera diretta e obiettiva. La storia dei palazzi in Italia racchiude comunque, quasi sempre, una logica del padrone/servo, ma come si contemplano palazzi importanti nelle grandi città che hanno avuto le stesse, se non peggiori, logiche, perché Palazzo Crocco sta passando nel dimenticatoio? Questa la nostalgia delle sorelle, che continuano a sperare di ricevere una maggiore attenzione. Non solo luogo di vacanze, dunque, che assumono le sembianze di un’epoca antica che spesso leggiamo solo sui libri. Palazzo Crocco può diventare un vero e proprio luogo da visitare, in cui si crea un dialogo vero e umano con la storia, dove è possibile non solo toccare con mano la struttura architettonica, ma intuire lo stile di vita in base all’estetica dell’edificio; camere che s’incontrano tra di loro, ampi spazi di condivisione, un’imponenza rassicurante sul paese, un orto che regala frutti ogni giorno. Il contatto diretto con gli eredi è ciò che rende davvero magico Palazzo Crocco.
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Elena Crocco, speranzosa d’incontrare sempre più interessati, a cuore aperto dice: “Mi piacerebbe trovare una maggiore attenzione da parte delle amministrazioni, delle persone del posto. Vorrei che il nostro Palazzo fosse di tutti, che venisse rispettato e condiviso. Sarebbe un sogno poi vedere il paese più curato e accogliente, per dare un’immagine diversa a chi viene a visitarlo e a chi ci vive“. Condividere è la parola che ripete spesso Elena mentre si racconta. Mostra il quaderno che raccoglie tutte le impressioni di chi ha incontrato per caso o per desiderio il suo amato palazzo, e sono tutti incantati da quella strana atmosfera, bloccata nel tempo e paradossalmente viva, in movimento, vibrante. Eppure le sorelle Crocco vorrebbero condividere tutto questo con il proprio paese, stimolare i giovani a volgere lo sguardo verso il passato, a prendere consapevolezza della propria Storia. Non solo i Crocco, ma Licusati è stato un paese con le più notevoli famiglie del Cilento: i Gallo, i Galato, i Parlati e i Ragucci. Le scuole prima di tutto, dovrebbero educare i piccoli a capire se stessi attraverso la ricerca delle proprie origini. Interesse, tutela e trasmissione della memoria sono le tre operazioni che, quotidianamente, portano alla riscrittura della morfologia del Comune di Camerota. Tutto il resto si può trovare anche dentro Palazzo Crocco.