Emergono le prime intercettazioni sulla vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto, tra gli altri, il consigliere Anastasio. L’Amministrazione Sica nel mirino del clan
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Proseguono le indagini di Carabinieri e DDA in merito all’operazione Perseo, che ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 16 persone ritenute affiliate al clan Pecoraro-Renna, gruppo camorristico egemone nell’area nord della Piana del Sele. La vicenda ha visto coinvolto anche il consigliere di Pontecagnano Faiano, Antonio Anastasio, tratto in arresto nella giornata di ieri.
Spuntano ora le prime intercettazioni, che mirano a fare chiarezza sulla triste vicenda giudiziaria che ha, da subito, scatenato l’indignazione dell’opinione pubblica. Il coinvolgimento del consigliere Anastasio sembrerebbe, secondo quanto riportato da La Città, collegato alla denuncia sporta dal consigliere di maggioranza Luigi Bellino in merito a gravi atti intimidatori dei quali era stato vittima nel maggio 2016.
Luigi Bellino era finito nel mirino del clan in occasione della convocazione, prevista per il 31 maggio 2016, del consiglio comunale di Pontecagnano Faiano, durante il quale avrebbe dovuto essere approvato il Bilancio. Il consigliere di maggioranza era stato avvicinato dagli affiliati al clan Francesco Mogavero e Maurizio De Martino, intenzionati dapprima a convincerlo a passare all’opposizione e, in seguito, a dissuaderlo dal partecipare alla seduta e dal dare la propria approvazione al Bilancio. L’obiettivo era quello di far cadere l’Amministrazione ed andare ad elezioni anticipate, portando così a sindaco una persona legata alla loro organizzazione.
Secondo le prime ricostruzioni, il mandante delle intimidazioni sarebbe stato, appunto, il consigliere comunale Antonio Anastasio.
L’operazione ha rappresentato un’importante svolta nell’ambito del contrasto alla criminalità organizzata, andando a colpire il principale gruppo camorristico operante nel salernitano.
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