È tempo di presentazioni in casa Salernitana. Questo pomeriggio, accompagnato dal co-patron Marco Mezzaroma, dal direttore sportivo Angelo Mariano Fabiani e dal team manager Salvatore Avallone, Giuseppe Sannino ha ufficialmente coronato il sogno di sedere sulla panchina della Salernitana
[ads1]
Ad aprire la conferenza Mezzaroma: “Parte una nuova stagione, quella appena trascorsa è stata un po’ tribolata ma è bene quel che finisce bene; la lasciamo alle spalle e guardiamo agli impegni futuri con entusiasmo, voglia di lavorare e voglia di fare. Vorrei ringraziare mister Menichini per il lavoro che ha svolto, inoltre voglio rivolgere anche un pensiero al Prof. Pasquale Iannoto. Oggi siamo qui per presentare mister Sannino: ci siamo visti personalmente qualche giorno fa a Roma, abbiamo fatto una lunga chiacchierata e mi ha colpito una cosa che ha detto, che allenare la Salernitana ha rappresentato per lui sempre un punto di arrivo. Questa frase non di circostanza mi ha particolarmente colpito al di la delle qualità tecniche e umane. La voglia di confrontarsi in una piazza difficile e passionale come Salerno è un ottimo biglietto da visita. Sannino è un cultore del lavoro e mi piace il fatto che ragione in termini di gruppo e non di singoli, è importante che ci sia unità d’intenti e non gelosie. Tutti devono mettere a disposizione il proprio talento, il campo decide. Sulla carta, ad inizio stagione, siamo tutti belli e bravi, poi bisogna vedere come si arriva alla fine. Spero sia l’inizio di una collaborazione lunga e proficua“. Mezzaroma chiosa sulle differenze tra Lazio e Salernitana, invitando a scindere le due squadre: “La Salernitana non è assolutamente la seconda squadra della Lazio, tutte le scelte e anche l’ipotesi Simone Inzaghi non è stata fatta in ottica di squadra subalterna ma in ottica salernitana. Sia io che Lotito teniamo distinti i due piani, la Salernitana è una cosa e siamo orgogliosi di poter dare il ostro contributo a questa squadra, la Lazio è un’altra cosa“.
E’ intervenuto anche il direttore sportivo Angelo Mariano Fabiani che rivolge innanzitutto un pensiero a quei calciatori che non fanno più parte della squadra granata ma che hanno contribuito prima a riportare la Salernitana in serie B e poi a salvarla: “Voglio ringraziare quei calciatori che non fanno più parte della Salernitana ma che hanno vinto il campionato e ottenuto la salvezza lo scorso anno. Durante la precedente stagione tutti eravate concordi che mancavano due esterni bassi; quest’anno ho visto il gradimento per due esterni come Rosina e Munari, calciatori attenzionati dalla Salernitana, di gradimento del mister ma non si può andare dietro un mercato folle. Oggi il calcio non è solo i 90’ ma anche altre cose di cui bisogna tenere conto. La proprietà mi ha chiesto di avere sempre i conti in ordine, ovviamente grazie anche alla capacità di avere introiti gli investimenti che facciamo sono importanti. Speriamo di dare continuità ai risultati, mi auguro di migliorare ciò che è stato fatto lo scorso anno. Ho la fortuna di lavorare per una proprietà che non mi ha mai forzato, qualsiasi cosa che faccio la sottopongo a Mezzaroma e Lotito. Inzaghi è stata una mia idea sul finire dello scorso campionato quando Lotito cercava un allenatore, ne parlai anche con Mezzaroma. Però Sannino non è una seconda scelta, è stato il primo allenatore che ho contattato qualora Inzaghi fossi rimasto alla Lazio“.
Il neo allenatore dei granata Giuseppe Sannino così si presenta: “Salerno è stata sempre una piazza dove c’è la passione del calcio vero, un’intera città e provincia vivono di calcio e ho sempre avuto il sogno di allenare questa squadra. C’è tanta pressione ma mi è sempre piaciuto vivere un giorno da leone. Preferisco fare l’allenatore in una città dove se devo rischiare rischio, lo stadio con questi grandissimi tifosi dà un’adrenalina in più. Sono stato in stati importanti ma il calore che dà l’Arechi è sempre stato un mio sogno. Domenica mi sono incontrato con il presidente Mezzaroma, in precedenza con il direttore. Sono sempre stato un fatalista e ora mi trovo una panchina che ho sempre sognato di allenare. Sono nato con il 4-4-2 ma strada facendo ho capito che si possono adattare tanti moduli; per fare un campionato a determinati livelli bisogna essere camaleontici. Lavoreremo sulla difesa a quattro ma non escludo anche la difesa a tre. Abbiamo difensori, centrocampisti e punti; secondo me c’è la possibilità ad ovviare a delle situazioni in campo attraverso il lavoro, 4-4-2 o 3-5-2 cambia poco, però adesso è prematuro parlare. Il presidente stimola sempre a fare meglio, non mi piace fare proclami. Sono abituato a lavorare giorno dopo giorno e raggiungere i risultati attraverso il gioco. Iniziamo, lavoriamo e strada facendo vediamo come combinare il tutto con il mercato. Dobbiamo partire con un’idea, una logica e dobbiamo essere una sola cosa. Ho sempre vissuto le mie stagioni al momento, bisogna guardare al presente sperando ci porti un futuro migliore. Per me tutti i momenti, belli e meno belli, sono importanti“.
Sul mercato questo il pensiero del mister: “Il mercato è troppo lungo e ciò non fa il bene del calcio, diventa difficile. D’accordo con il direttore e la società ho detto che è sempre meglio un attimo aspettare. Se c’è la possibilità di avere a disposizione la maggior parte della rosa un allenatore è contento ma bisogna avere in considerazione le logiche del mercato. Per me è importante tirare il meglio dalle caratteristiche dei calciatori, l’importante è che siano funzionali per la squadra. Io sono già con la testa al ritiro, la società pensa al mercato. Mi è stato chiesto di fare il meglio possibile. Questa squadra è da completare, abbiamo bisogno di vedere dove limare e dove aggiungere ma ciò avviene attraverso il lavoro in ritiro. Terracciano? L’ho avuto a Catania, a Salerno ha avuto un buon impatto. E’ un ruolo che ha una gerarchia ben definita, credo possa dimostrare ciò che ha già fatto vedere“.
Sugli obiettivi: “Noi partiamo per fare il meglio, cioè lavorare e mettere in campo una squadra che sappia muoversi e sappia fare le due fasi e la gestione della palla, però poi è sempre il campo a parlare. Per raggiungere qualsiasi obiettivo è importante subìre quanti meno gol possibili, mi auguro di poter infondere ai ragazzi il concetto che la fase difensiva non la devono fare solo i difensori ma tutta la squadra“.
In conclusione Sannino elogia i tifosi: “Voglio fare i complimenti ai tifosi per tutto quello che hanno fatto. La prima cosa che posso dirgli è che siamo in debito, noi dobbiamo fare bene partita dopo partita. Al di la delle qualità e del risultato in campo andranno degli uomini che sanno che questa maglia ce l’hanno cucita addosso. I calciatori devono sapere di avere un debito nei loro confronti“.
Foto: Nicola Ianuale
[ads2]
Comments are closed.