Donne in Amore, uno speciale mercatino di Natale della manifattura tutta femminile che arricchisce il nostro territorio è stato inaugurato nella Chiesa di Sant’Apollonia a Salerno alle 18.00 di ieri pomeriggio. Noi di ZerOttoNove abbiamo avuto modo di raccogliere le impressioni delle cinque meravigliose artiste di “Donne in Amore”
[ads1] L’ambiente è quello di una chiesa antica che, priva di vita, denoterebbe sterilità se non ci fossero queste cinque muse con le loro creazioni a rendere quell’antro decadente in un ventre pieno di vitalità e grazia.
Sì, nel miracolo dell’Arte e nell’armonia propria solo dell’essere femminile, entrare in questo ambiente è come lasciarsi avvolgere dalla bellezza.
Tanta meraviglia è tangibile.
Donne in Amore sarà sarà visitabile fino al 20 dicembre, dalle 11.00 alle 13.30 2 dalle 17.00 alle 20.00.
Prima di tutto abbiamo chiesto ad ognuna una considerazione su questo meraviglioso evento e ciò che esso per significa sia per la sua persona – come si innesta nel Suo cammino artistico – e quali ripercussioni può avere sul territorio.
Per noi è la prima volta che facciamo questo perché io mi sono affacciata a questo tipo di attività da soli due anni.Ho iniziato per gioco ma ora mi sono appassionata e dedico molto più tempo a questo tipo ti attività. Questo evento è stato fatto per far conoscere alla nostra città tutto quello che le donne di Salerno riescono a produrre: praticamente è al femminile. Speriamo che la gente recepisca e che un domani possa avere una risonanza maggiore.
Laura Marmai: Ho avuto questo invito inaspettatamente, anche perché questi sono pezzi che avevo iniziato a fare: questo è il Mito sul mediterraneo, qui ho realizzato le sirene, che mi affascina molto. Spesso l’ho interpretata, sia sul vaso che sul piatto [due delle opere lì in esposizione, n.d.a.] che vuole uscire dal guscio in cui è imprigionata, in effetti e si vuole liberare dal suo essere sirena, impedita in qualche modo e vuole avvicinarsi di più all’essere donna e dunque persona normale.
Ida Mainenti: A mio avviso è un momento importante, sia personalmente – perché ritengo che un momento di apertura all’esterno è un momento significativo che consente di stabilire un contatto con gli altri e in ciò ha un suo riscontro in ogni caso positivo – mentre nell’ambito del sociale penso sia importante perché promuove cultura, forme artistiche e suggerimenti in senso ampio e consente alle persone di avvicinarsi a luoghi di Salerno che altrimenti non sarebbero risulterebbero altrettanto frequentati. È positivo sotto tutti i punti di vista.
Artigiane 70: Per il contesto sociale, tutta Donne in Amore è un inizio – oltre ad avere luci d’artista – questi eventi, anche se prendono piede magari con gli anni possono avere un significato: non c’è solo Luci d’Artista, c’è anche chi crea, chi fa delle cose e ci tiene che queste cose siano viste anche dagli altri.
Per noi è una passione, per me e la mia amica, che avevamo già da ragazze e che abbiamo ovviamente messo da parte per gli studi, il lavoro, per altro e che abbiamo ripreso perché creare dà sempre una grande soddisfazione personale, al di là di tutta l’attività che si può pensare un domani di ingrandire, indipendentemente dal fatto se possa avere successo grande o piccolo.
È una soddisfazione vedere come ciò che produciamo sia apprezzato da chi le acquista.
Laura Napoletano: Il mio cammino artistico è stata un’evoluzione in progressione. Adesso tutte le mie precedenti attività e capacità sono confluite in questa somma di lavoro che è un insieme di fantasia, di tecnica, di assemblaggio di componenti che realizza un pensiero, un’idea che è nata nella mia mente all’improvviso. Dal punto di vista del tessuto sociale l’idea che mi viene in mente è che l’utilità sociale che può avere è aiutare chi vede queste opere a sognare, a ritornare in una fase ormai lontana, almeno per il mondo adulto.
In più, chi scrive, rimasto molto colpito dal bello di tanta produzione artistica, splendidamente esposte in “Donne in Amore” ha strappato qualche altra risposta ad alcune artiste.
Alla Maestra Laura Marmai: «Lei concentra il proprio lavoro nella ceramica. La “manualità”, il dare forma è in mio avviso, in un certo senso, fondersi al materiale, perché questo prende vita da una Sua idea che Lei insuffla con le Sue mani, concedendo all’amorfo, al nulla, un’identità: in un questo senso vedo forte attitudine con l’Amore, particolarmente nella forma eccitante dell’Eros, che è per sua natura creativo, generativo.
A questo riguardo, pur rischiando di apparire inopportuno o banale, Le domando cosa la ispira, da cosa riesce a trarre tutto il bello e l’amore che riesce a trasmettere con le Sue opere.»
Laura Marmai: Beh forse perché io credo nell’amore… noi siamo esseri umani. Io credo nell’amore universale: per me tutti gli esseri umani sono uguali, di qualsiasi razza e colore. Infatti sono molto impegnata nel sociale, su questi temi perché fanno parte del mio essere. Ecco perché, forse, la mia ceramica, le mie opere, gira e rigira puntano sempre sul tema dell’amore: perché lo sento, è dentro il mio cuore e lo trasmetto così.
«Mi perdonerà se le faccio un’ultima domanda, ma sono particolarmente colpito dalla Sua sensibilità artistica: posto che il suo rappresentare l’onirico e il trarre visioni dalla sfera emotiva credo la possano avvicinare al surrealismo più che ad altre correnti, mi chiedo quale sia il modo di vivere il quotidiano di un animo tanto delicato.»
Laura Marmai: Una cosa normalissima. Pensi che nella vita ho fatto tutt’altro che occuparmi d’arte ma evidentemente invece la mia strada era questa, infatti appena mi sono liberata del “fradello” lavoro, rimanendo la famiglia, sto cercando di dedicarmi di più a quella che era il mio hobby, il mio cercare di creare qualcosa.
Alla Maestra Ida Mainenti: «Da ciò che si può vedere dal Suo sito, Lei punta moltissimo sul colore: poco importa se si esprimerà attraverso la ceramica o la tela, Lei ha la rara e viva capacità a trasmettere l’emozione con l’uso del colore: una vera espressionista. Vedo forte la carica passionale nel Suo progetto Eros e Thanatos, che si lascia scomporre e amplificare dalle forme e dalle linee che vagheggiano sinuosità di corpi femminili mentre più armonico ed elegante si fa il colore in altre esposizioni: sto pensando alla mostra Donne, in cui la sinuosità dei corpi si ripete ma non è più scomposta dalla carica pulsionale dei colori che invece ora sono un ornamento che molto gioca con la luce. A questo riguardo, la domanda che vorrei porLe è proprio inerente il suo rapporto con i colori e la luce, che avverto il canale privilegiato del Suo esprimersi.»
Ida Mainenti: La mia risposta è molto semplice: io amo il colore, per me il colore è tutto. È ciò che mi affascina rispetto ciò che mi circonda: è tutto colore.
Alla Maestra Alessandra Alfani: «L’Arte è comunicazione. La comunicazione è un settore che le appartiene. Cosa cerca di comunicare con la Sua Arte?»
Alessandra Alfani: Io mi sono sempre occupata di comunicazione: prima ho fatto parte della Segno Associati e poi della Blur. Dopodichè ho deciso di dare la mia creatività a qualcosa che mi fosse più consona. Chiaramente la comunicazione è tutto: se non c’è comunicazione, rimane fine a sè stesso qualsiasi cosa si faccia. L’importante è comunicarlo all’esterno e non restare chiusi.
Alle Maestre di Artigiane70: «Donne in Amore è una bella occasione per mettere in mostra la ricchezza che abbiamo in campo sia artistico che femminile, perché non raramente il mondo femminile è dimenticato in un modo che crede di essere all’apice del progresso ma dimostra spesso il contrario.»
L’Italia è il paese in cui questo tipo di attività è presente. Esistono paesi, ad esempio nel Cilento o nell’interland napoletano, ma un po’ in tutta Italia se vogliamo, in cui uomini e donne creano cose di cui nemmeno abbiamo conoscenza.
Alla Maestra Laura Napoletano: «Cosa pensa di trasmettere, di comunicare con le Sue opere?»
Io non avevo un pensiero predefinito su cosa comunicare, però in una mostra precedente che ho fatto, ho lasciato un quaderno perché gli ospiti potessero lasciare il proprio pensiero. Devo dire la verità, questi pensieri estremamente diversi gli uni dagli altri in base alla propria cultura, estrazione sociale e sensibilità, sono stati per me un arricchimento perché hanno dato un’interpretazione che io forse non avevo dato ai vari pezzi dato e quindi alla fine mi hanno anche stimolato e spronato a continuare questo discorso.
Ho domandato alla Maestra Napoletano anche quale valore riveste il tema del gioco (anche il suo sito ne prende il nome) e lei mi ha spiegato che ha un valore di divagazione, di fuga mentale, di liberazione forse dalle ansie quotidiane. Personalmente, penso di poter riassumere tutto il bello che abbiamo raccolto da queste dichiarazioni proprio prendendo spunto da una riflessione che mi ha indotto quest’artista: come bambini nel gioco si costruiscono, così è forte il sentire in queste creazioni tutta la profondità del vero e del sentito.
L’arte, in fondo, è il gioco con cui gli adulti si costruiscono.
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