Il progetto “La scuola include, la scuola esclude” ha presentato i risultati dei questionari sugli studenti, ma si è parlato anche di diversabilità e bullismo
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Diversabilità è stato l’argomento centrale del progetto “La scuola include, la scuola esclude”, presentato lo scorso anno, e che ha raggiunto il suo scopo: raccogliere informazioni sulla conoscenza del fenomeno del bullismo tra gli studenti di Salerno attraverso un questionario. Durante l’incontro è stato anche consegnato il Premio “Elvira Turi”, per gli allievi che hanno realizzato i video e le immagini migliori sul tema bullismo.
A presentare i risultati di questo lavoro di campionamento oggi, presso il Teatro Augusteo, sono intervenuti il sindaco Vincenzo Napoli, l’assessore all’Istruzione Eva Avossa, e l’assessore alle Politiche Sociali Nino Savastano, due docendi dell’Ateneo di Benevento, che ha curato il questionario, l’Associazione Sorrisi Sparsi, il presidente dell’Anffas Salvatore Parisi ed il presidente del Tribunale dei Minori Pasquale Andria, che ha parlato delle sanzioni in cui sia i bulli che i loro genitori incorrono. In teatro presenti anche delle classi di alcuni Istituti scolastici di Salerno, come Regina Margherita ed Alfano I.
La diversabilità, neologismo coniato durante l’evento, “deve essere vista come un arricchimento, e non un impoverimento, qualcosa che si ha in meno”. Secondo il presidente Anffas bisogna diffondere la cultura della disabilità nelle scuole, così come stabilito anche dalla convenzione dell‘Onu, una “cultura dell’approccio alla diversità”.
Il bullismo non si verifica solo nelle scuole, anche se vi ha origine, ma è un vero e proprio atto di prepotenza che avviene dovunque. Si tratta in realtà di una richiesta di attenzione: il bullo soffre di solitudine e mancanza d’amore, e dunque per sentirsi apprezzato realizza delle bravate più o meno gravi, che la sua cerchia di amici approva, rinforzando i suoi comportamenti. Le vittime sono solitamente soggetti considerati deboli come i disabili, o semplicemente chi è diverso, e non rispetta i canoni di bellezza imposti.
Questo progetto, che si appresta a diventare nazionale, rende Salerno, considerata città dell’accoglienza, anche dell’inclusione. Il sindaco ha dichiarato che “tutti abbiamo le nostre debolezze, ma ognuno di noi può superare i propri limiti se accetta l’aiuto del gruppo dei pari. Ed aiutare è un dovere morale”. Rivolgendosi ai giovani presenti, sostiene che “hanno nelle loro mani la responsabilità della Nazione”.
I bilanci per le Politiche Sociali non sono neppure stati sfiorati, come precisa Savastano, mentre la Avossa pone l’accento sulla cultura della conoscenza dell’altro, per permettere l’inclusione del disabile e l’abbattimento dei pregiudizi verso la diversità in genere.
La preside del Regina Margherita sostiene che “bisogna saper essere diversi in un mondo normale, in cui ognuno deve caratterizzarsi”.
Dalle indagini successive al questionario è emerso che (stranamente) la nostra città è un’isola felice: esiste una minima percentuale di bullismo nelle scuole, e se questo da una parte fa ben sperare, dall’altra può far suscitare qualche dubbio. Questo, che è un fenomeno in aumento, alla luce dei recenti fatti di cronaca, potrebbe essere anche sommerso, cioè nascosto, il che lo rende ancora più difficilmente identificabile ed estirpabile. [ads2]