Oggi alle 18,30 presso il teatro Mascheranova di Pontecagnano Faiano, il prof. Gianfranco Rizzo, ordinario di “macchine e sistemi energetici” presso l’Università degli Studi di Salerno, ha spiegato i requisiti che un’auto deve possedere affinché possa essere definita “ecologica”, le tipologie di auto ecologica ed il sistema Hysolarkit
[ads1]Un’auto ecologica è un veicolo che sfrutta propulsori “alternativi” rispetto a quelli “convenzionali” e, più diffusi, a benzina. I motori elettrici, ibridi, a metano e GPL riducono i costi sia in termini economici che ambientali.
Di qui, costatati i tanti recenti superamenti delle concentrazioni di PM10 in atmosfera dovuti anche al traffico veicolare e, con la finalità di limitare il riscaldamento globale e l’aumento della CO2 in atmosfera, è nata la necessità di implementare un sistema che trasformi le automobili da propulsione tradizionale ad ibrida.
Partendo da questa volontà, gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Salerno sotto l’eccellente guida del professore Gianfranco Rizzo, attraverso lo Spin Off “eProInn” (Energy and Propulsion Innovation), ha concepito e brevettato l’ Hysolarkit, un prototipo di kit che integra la ricarica delle batterie con pannelli solari posizionati sul cofano e sul tetto dell’auto.
Lo sviluppo e l’industrializzazione di questo sistema di conversione degli autoveicoli convenzionali in veicoli ibridi-solar prevede l’utilizzo di un kit da vendere in “after-market” o da installare “a fine linea”.
Il kit, sperimentato su una FIAT Punto, può applicarsi a tutti i veicoli a trazione anteriore, senza alterarne performance e sicurezza e con costi di investimento ridotti rispetto all’ acquisto di un veicolo ibrido.
Una mobilità alternativa con auto ecologica è da auspicarsi in un’ottica di sostenibilità ed abbattimento dei costi e degli impatti ambientali.
Di seguito, una breve intervista al Prof. Gianfranco Rizzo.
Un progetto, quello dell’implementazione di un sistema di conversione dei veicoli convenzionali in veicoli ibridi-solari, che si realizza attraverso uno spin off accademico…a due anni dall’avvio del progetto…quali sono stati, a suo avviso, i vantaggi e gli svantaggi derivanti dall’auto ecologica?
«Se parliamo della scelta di fondare uno spin-off (www.eproinn.com), sono certamente più i lati positivi che quelli negativi. Il passaggio dalla ricerca accademica ad una dimensione aziendale ed industriale, se pur in una fase embrionale, mette il progetto e noi stessi in una prospettiva diversa e certamente più ampia. La ricerca universitaria soffre di un cronico sotto- finanziamento, almeno in Italia, ed ancor più di criteri di attribuzione delle risorse che spesso privilegiano logiche di appartenenza più che di merito. La dimensione aziendale ci consente di uscire dal recinto a volte autoreferenziale dell’accademia e di porci in contatto diretto con altri partner industriali e finanziari. In questi primi due anni, abbiamo partecipato con un buon successo ad una misura europea per le piccole e medie imprese (SME Instrument), abbiamo aderito ad una rete di imprese con aziende innovative italiane (GalaSmartNet) e stiamo per avviare un’esperienza di finanziamento tramite CrowdFunding. Ne ha beneficiato, credo, anche la mia attività di coordinatore di corsi di laurea, dove mi sento portatore di una visione anche dal lato dell’industria. Lati negativi: il conto in banca per adesso si è ridotto, e le ore per dormire e per la musica sono diminuite…»
L’HySolarKit, tecnologia per auto ecologica…quali sono le efficienze rilevate in rapporto a veicoli a propulsione convenzionale?
«I vantaggi rispetto ad un veicolo convenzionale sono legati a due aspetti:
- l’ibridizzazione, legata all’utilizzazione di due ruote elettriche addizionali integrati nelle ruote posteriori; qui i vantaggi sono legati alla possibilità di recuperare l’energia in frenata e durante le discese, ed alle migliori prestazioni (soprattutto in fase di accelerazione), con la possibilità di attivare strategie di controllo avanzate che facciano uso della quattro ruote motrici.
- la ricarica solare, che permette di ricaricare gratuitamente la batteria durante la guida e durante il parcheggio.
Il primo tipo di vantaggio dipende dal tipo di guida, e si massimizza nel traffico urbano, dove prevale il funzionamento start-stop. Il secondo vantaggio corrisponde ad una sorta di bonus di energia (fino a circa 2 kWh per giorno), ed è quindi tanto più evidente quanto minore è l’utilizzo del veicolo. In sintesi, l’automobilista medio che usi la vettura in città per un’ora al giorno può ridurre consumi, costi ed emissioni di circa il 20%. Altri dettagli sul sito www.hysolarkit.com».
Quale difficoltà sta trovando nel diffondere e nell’industrializzare questo kit “after market”?
«Le difficoltà sono quelle di un prodotto che impatta sul mercato automotive, dove operano dei giganti industriali, con le relative barriere economiche, omologative e commerciali.
Per venire incontro a questi problemi abbiamo lavorato alla ricerca di partner industriali (quali Landi Renzo, Actua e Solbian, con i quali abbiamo candidato il progetto HySolarKit alla misura europea SME Instrument di Horizon 2020), stiamo lavorando con i nostri partner ed altri compagni di viaggio verso misure legislative che rendano più agevole l’omologazione del kit e stiamo candidandoci ad una piattaforma di CrowdFunding, per autofinanziarci ed allargare la base societaria.
Fortunatamente stiamo godendo di una buona attenzione mediatica, cosa che dovrebbe aiutare il nostro percorso. Speriamo di vedere le prime auto con il nostro kit girare in poco più di un anno…»
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