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A Camerota, “L’olmo della libertà”. Buona la prima!

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A Camerota, “L’olmo della libertà”. Buona la prima!

Martedì 12 agosto, la prima della commedia musicale, L’Olmo della libertà, scritta da Emilia Volpe e Pantaleo Cammarano; il teatro Kamaraton di Camerota era gremito di gente, per uno spettacolo che rimarrà nella memoria di tutti

l'olmo della libertà

Ed è così che i giovani riescono a far crollare uno stereotipo, che li definisce pigri e poco coraggiosi, incapaci di segnare il tempo in cui vivono, stanchi di pensare e reagire. Non sempre è così. I nostri paesi sono ricchi di giovani che conoscono, o imparano a conoscere, le proprie radici, ma ciò che più piace e stupisce, e forse a volte rimane nascosto, è la loro capacità di rielaborare il vecchio con il nuovo e creare qualcosa di originale e sconvolgente; perché ci sono giovani che sanno stupire ed emozionare, donare qualcosa di profondo e colto agli altri, anche se questo Paese, a volte, ci sembra il nostro peggior nemico.

A Camerota, ad esempio, Emilia Volpe (scrittrice) e Pantaleo Cammarano (compositore e musicologo), si sono uniti con umiltà e passione per realizzare una delle opere più interessanti sulla storia del loro paese. Non si tratta di libri. La storia di Camerota ci viene tramandata attraverso lo spettacolo: musica, recitazione, balli e un testo simpatico e leggero, in cui è possibile “leggere” personaggi e situazioni tipiche.

l'olmo della libertà

L’olmo della libertà” è una grande occasione, una sfida, come dichiarano i due autori. Nasce per caso, da alcune ricerche nell’Archivio di Stato di Salerno da parte di due giovani, Vincenzo Di Mauro e Gennaro Chirico, ed è stato poi trasformato in una commedia musicale, la prima, tutta originale. La penna di Emilia e la bacchetta di Pantaleo si sono incontrate dando forma e spessore a “L’olmo della libertà“.

Come in una classica commedia plautina, il dialetto e i soprannomi sono la prima dimensione che portano il pubblico in un contesto preciso. Il pubblico sorride per i continui riferimenti alla realtà camerotana, rievocata attraverso piccole sfumature, che però amplificano il valore dell’opera; è una sorta di trasmissione della memoria, che passa dallo spettacolo per arrivare in maniera diretta e leggera agli eredi. In questo tentativo di ripristinare determinate caratteristiche proprie del paese di riferimento, è geniale e intelligente la resa dei personaggi, che sono il motore del musical insieme alle musiche/personaggio che il compositore ha costruito sul testo di Emilia.

l'olmo della libertà

Spiccano le due pettegole del paese, trasformate nel musical, in due inviate speciali di un tg locale. Questa scelta non solo ironizza sulla figura della pettegola (bizzoca, in camerotano), che funge da mediatrice delle notizie, ma interpreta anche il basso e discutibile livello di informazione televisiva. Questi simpatici personaggi sono scanditi da diversi suoni: come il verso delle galline, ma soprattutto dalle sigle dei telegiornali, che sono messe insieme per suscitare il riso e far riflettere sul contenuto così manipolatorio e comico. Ogni personaggio ha lasciato il segno su quel palco, largo e con pochi elementi decorativi, quelli essenziali per rappresentare il luogo, perché ciò che conta è la loro presenza. L’ubriaco di turno, Orazio (Emanuele Cammarano) sicuramente è il personaggio che fa da collante tra diverse scene e situazioni, scandisce, come un ballerino fuori tempo, un tempo teatrale perfetto, riempiendo la scena nel momento giusto e animandola laddove rimane statica. Don Zaccaria (don Antonio Toriello), il maggiordomo Lucido (Antonio Calicchio), la popolana  Assuntina (Pina Di Bello) e il rivoluzionario don Nicola Filippo Greco (Gennaro Chirico, in un ottimo esordio); sono altri esempi di personaggi che si conquistano una buona parte della scena, per la loro fisionomia tanto alleggerita quanto interessante e provocatoria. La loro interiorità si esprime infatti attraverso stili musicali diversi.

l'olmo della libertà

La dimensione musicale è notevole, perché l’intento del maestro Cammarano è artistico, va oltre il bisogno di musicare la scena teatrale, ma cerca il senso attraverso la musica. Una musica personaggio, che ha un valore narrativo e psicologico. Don Zaccaria, in conflitto con se stesso e con il sistema in cui si muove, è un dolce rapper; il maggiordomo, sottomesso al suo padrone, ma dall’animo ribelle, è un divertente Freddie Mercury; il ribelle e i popolani interpretano uno stile musicale più popolare, fino a diventare maestoso nel momento dell’unione della comunità e dell’assalto. Forse l’intero musical si può interpretare come struttura sinfonica, in cui si alternano diverse forme musicali: momenti allegri ad altri più lenti, in cui si inseriscono variazioni e tempi rapidi.

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La libertà è il pilastro della storia, è ancora la speranza dei camerotani. Si conclude infatti come non ci si aspetta. Il lieto fine rappresenta solo la consapevolezza di averci provato, almeno una volta nella storia, ma di non aver vinto la battaglia. Camerota non è stata liberata, ma rimane l’unione, le storie di vita di una piccola comunità che s’incontra tutti i giorni con il sorriso e con la predisposizione a costruire qualcosa di bello insieme. L’amore trionfa, tra due compaesani. Rimane il bisogno di conquistare ogni giorno piccole dosi di libertà, restare uniti, sempre.

Una grande opera, che resta nella storia di Camerota, oltre che a essere essa stessa opera di divulgazione della storia. Due giovani professionali, ma anche geniali, pronti a mettersi in gioco. Due sguardi che sanno leggere la realtà, sanno interpretarla, sanno usare un linguaggio capace di accontentare tutti. Le scene proseguono come degli sketches portando quasi sempre a una comica conclusione. Dietro il comico c’è però il livello della riflessione storica e sociale,  la presa di coscienza dei vizi e delle virtù del popolo di Camerota, nella storia e oggi.

Complimenti anche all’Associazione SOS Sorriso (presidente Sara Pellegrino), che dal 2001, lavora nel territorio per portare il sorriso, come strumento d’integrazione, valore sacro da custodire e donare all’altro, e che quest’anno ha investito in questa commedia musicale; la prima, l’unica.

Lo spettacolo sarà replicato il 22 agosto al Don Pedro, Marina di Camerota, alle ore 21.00. 

Segue la galleria fotografica a cura del fotoreporter Pietro Avallone.

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Laureata in D.A.M.S presso l'Università di Udine, giornalista pubblicista, curo da un anno la rubrica ZONmovie con un bel gruppo di collaboratori. Cerchiamo di seguire gli interessi dei lettori, ma allo stesso modo vogliamo garantire i contenuti, sempre ben argomentati e fondati rispetto a ciò di cui parliamo. Analizziamo la rubrica in relazione all'arte, all'animazione americana e seguiamo le migliori serieTv e, con speciali dedicati, offriamo retrospettive sulle serie più attese. Inoltre, anche la nuovissima rubrica "Dal libro allo schermo" garantisce una pluralità di contenuti. Non solo. ZONmovie propone anche una sezione dedicata alla WebSerie, con appuntamenti settimanali.