I titolari delle aziende hanno sporto denuncia alle forze dell’ordine a seguito di attacchi estorsivi da parte di operatori informatici illegali
Numerose aziende salernitane sono finite nel mirino degli hacker: i che hanno sporto denuncia alle forze dell’ordine a seguito di attacchi estorsivi da parte di operatori informatici illegali.
Le imprese colpite – come riporta Il Mattino – si ritrovano l’archivio infettato dal “Kriptoki”. Si tratta dell’ evoluzione del cryptolocker, il ransomware (riscatto della merce) che riesce a criptare il contenuto del pc finché non si paga un riscatto, con una innovativa modalità di attacco.
La prima azione portata a compimento è stata la cancellazione delle copie salvate di backup, sia sul computer, sia sulle periferiche ad essi collegate tramite cavo usb. Successivamente hanno proceduto a crittografare tutti i file, formato Pdf, Word, Exel e via dicendo, che erano presenti in memoria.
Alla fine gli hacker pretendono 2,5 Bitcoin per sbloccare i documenti. Un Bitcoin, la famosa criptomoneta, viene scambiato a circa 3mila euro che, moltiplicati per 2,5, fa 7mila e 500 euro.